MECCANICA e DINTORNI

Io ero un "Ducatista " convinto . . . .

A quel che ricordo , il grande merito dell'Ing. Taglioni (una testa fine . . . )fu nel riuscire a rendere fruibile su larga scala un sistema di distribuzione assai critico per le strette tolleranze necessarie . . .

Oltre che tecnico di assoluto valore , penso fosse anche coraggioso . . .

No attenzione, io non ho detto che Taglioni invento il desmo. Rileggi bene... Ho detto che la sua idea fu rivoluzionaria per quegli anni perché riuscì a trasferire una tecnologia racing al prodotto di serie. Consentendo quindi di far girare i motori stradali con qualche rpm in più, in sostanza. Tra l altro per un periodo alcuni motori vennero prodotti desmo solo in alcune versioni, per altre si fece ancora uso del richiamo a molla (vedi ducati mono albero anni 70, 250 350 e 450)
Se proprio vogliamo essere precisi, i Japan fecero di meglio, facendo ruotare la loro Honda rc166 250gp 6 cilindri a soli 18000 giri minuto con richiamo valvola tradizionale. Nel 1966

dasama , concordo !

alby , ti ringrazio di aver menzionato una motocicletta di cui non conoscevo l'esistenza ! ho cercato sul tubo e ho cliccato sul primo video . come si fà a non entusiasmarsi a vedere certi filmati ?

Carlo , sei troppo giovane . . . .

Mi pare di ricordare che la Honda realizzò la "125" a 5 cilindri 4 valvole . . . . il suo pilota era uno Svizzero , Taverì . . . .

Suzuki aveva costruito un 50 cc 2 T a 3 cilidri che però non gareggiò mai perchè la FMI abolì la 50 cc dai GP motociclistici . . .

i pistoni erano grandi come un'oliva?

A quei tempi tutti erano perplessi e irridevano l'ardimento degli ingegneri Giapponesi . . . ma bastarono poche gare per capire che le masse rilevanti dei grossi monocilindrici (Inglesi , per lo più Norton . .. . ) sollecitate dal moto alterno , creavano rilevante stress meccanico , mentre il frazionamento spinto dei motori Giapponesi consentiva l'uso di masse con piccolissima inerzia , tale da sopportare indenni regimi di rotazione "fantascientifici" (per l'epoca) .

Ecco !

eh si Carlo, è una delle pietre miliari del motociclismo da competizione. Il suo motore a 6 cilindri aveva pistoni con un alesaggio di 41mm per 31mm di corsa. Cilindrata unitaria di 41cc. Lascio stimare la dimensione delle valvole. Che ovviamente, erano 4 per cilindro. Corre una voce riguardo a questa moto. Si dice che un esemplare sia in mano ad un tecnico tedesco che lavora nella F1. Tale tecnico ha sempre negato di mettere a disposizione la sua moto a qualsivoglia giornalista, nemmeno al grande Alan Cathcart. Questo perchè teme che le tirino eccessivamente il collo. Il proprietario difatti si limita ad usarla a regime da parata, cioè massimo 15000 giri minuto, per paura di rompere l'albero motore ormai introvabile. Lui stesso aveva cercato di replicarlo più volte, ma la moto, con i suoi alberi di moderna concezione, non riusciva ad esprimersi come con l'originale. Nessuno ad oggi è riuscito a capire perche la moto con questi alberi "di concorrenza", realizzati da gente che di motori ne capisce dato l'ambiente, non riesca a rendere.

Comunque Dasma, Carlo sarà sicuramente troppo giovane, ma non invecchiare nemmeno me, nei miei 31 anni ci sto bene ancora per un pò

Complimenti Alby !

Le moto delle quali parliamo erano in pista quando io ero più o meno un ragazzo : ti fa onore il tuo interessamento per quei gioielli di meccanica . . . .

Grazie, la reputo una meccanica appassionante perchè ancora libera di sperimentare. Poi, da fine anni 70 ad oggi si è assistito ad una specie di standardizzazione. Si è iniziato a ragionare con la logica dell industrializzazione e della semplificazione. Recentemente l'avvento dell'elettronica e della meccatronica sta presentando nuovi orizzonti. Basti pensare a quanto il ride by wire stia incidendo sulle nuove moto. Insomma per farla breve diciamo così: per la guida, per le prestazioni, per l'affidabilità, per la perfezione, senza dubbio continuerò a guidare una moto moderna.
Ma per il piacere della meccanica (che non vuol dire che tutte le cose debbano andare sempre bene ed essere esenti da difetti) sicuramente questo:

Credo che il brevetto originario sia di Mercedes, epoca Fangio, W196 e dintorni.

Il desmodromico si può realizzare in vari modi ; il più diffuso ed efficiente è a camme , su uno o più alberi . . .
Tuttavia agli esordi , qualcuno aveva realizzato un desmo con valvola comandata facendo seguire un "piolo" in una scanalatura sagomata . . .
Ricordo immagini di molti anni fa pubblicate per spiegare l'evoluzione del sistema proprio quando Ducati reintrodusse il desmo nei suoi motori. . .

http://www.ducati.it/storia/approfondim ... a/index.do

Qui c'è una revisione delle tecniche desmodromiche . . .

Azz.... allora non sono l'unico a guardare queste vecchie signore e a iniziare a scoprirne il fascino delle realizzazioni meccaniche effettuate da persone che non potevano accedere alle tecnologie meccaniche di oggi.
Ho consumato il reportage della RC 149 (125 5 cilindri) che urlava così tanto da rendere sordo Taveri e anche far "rincoglionire" il meccanico che la accendeva per scaldarla.... e considerate che viaggiava da 18 a 22.000 giri.
La mia esperienza con il kart 100 che arrivava di contagiri a circa 19.500 sembrava di avere un aereo a reazione sotto il sedere.... li c'erano ancora oltre 2.000 giri da tirare!!!

Sul 6 cilindri replicato (perchè lo hanno replicato) avevo letto anche io della storia che non si capisce come sia stato fatto il vecchio che ha delle caratteristiche che non sono riuscite a riproporre e il motore non viene usato molto e sopratutto tirato, perchè ormai ha stra-passato il limite di ore di funzionamento per il quale doveva essere sostituito.

A Pesaro, mi è capitato di ascoltare il momento di accensione e riscaldamento di una MV (mi sembra) con cui corse Surtess..... e dietro non ci si stava... e penso fosse un 3 cilindri non un 5 o 6

Prontolino , io sono del '46 : le "vecchie signore" erano le ragazze dei miei sogni di adolescente . . . .

La MV ha costruito motori a 3 ed a 4 cilindri . .. .solo la Moto Guzzi aveva avuto il coraggio di realizzare una 500 ad 8 cilindri . . . .

Naturalmente molti anni prima dei Giapponesi . . . . ma la tecnologia era quella che era . . . e non fece mai faville . . .