Ciao a tutti, vedo con piacere che alcuni iscritti hanno apprezzato il post, e li ringrazio di cuore.
Scusate per la superficialità con cui ho esposto la mia esperienza culinaria , ma credevo che tutto sommato, non avrebbe certo suscitato interesse in un gruppo di persone appassionate di meccanica, esclusa l'eccezione del simpatico e capace Onorino, che prima di me ha intrapreso questa strada, ma l'argomento da lui trattato e di interesse e difficoltà ben superiore , cucinare la polenta è una cosa, tutt'altra è preparare e cuocere una pizza!!!!
Mi scuso per la dilazione nel rispondervi, ma negli ultimi periodi, la famiglia mi ha impegnato la gran parte del tempo libero, per cui..., ho dovuto trascurare le mie piccole passioni.
Proverò a rispondere a tutte le vostre domande e le vostre curiosità, e cercherò in un futuro prossimo, di postare altre foto del paiolo e della lavorazione, con qualche dettaglio in più.
@nisits, grazie tante, i complimenti fatti da un "polentone", valgono il doppio!!!!!
@Darix, hai perfettamente ragione nel chiedere altre foto del paiolo, e ti chiedo scusa per la negligenza, ma dal tuo punto di vista meccanico e maschile, è normale osservare dettagli sul manufatto, ma io essendo donna, ho concentrato l'attenzione più sulla pietanza che sull'utensile in questione. Provvederò appena mi sarà possibile, promesso!!!!!
@Giacomo328, verità sacrosante, ormai neanche più nei piccoli paesi si coltivano le vecchie tradizioni, purtroppo il consumismo cancellerà ogni vecchia e improduttiva usanza, pensa , che nella mia famiglia, sono l'unica che ancora mesta la polenta, e nemmeno nelle locande della zona da cui proviene la ricetta la fanno uguale, per assaporarne una decente, bisogna ricorrere a qualche sperduto rifugio alpino.
@Onorino, può darsi che ci sia qualche persona che riesca anche a ingerirla tutta, (ma ne dubito)
Di solito, a casa mia, la tagliamo con lo spago in spicchi, e posso assicurarti che per 6 persone è più che sufficiente!!!!!
@Rokko, caro Alessandro, sarei onorata se tu accettassi l'invito, ma, credo che la distanza che ci separa non sia di buon auspicio!! Chissà mai, forse un giorno........
@Dasama, "posso chiamarti Mario" ?, non vorrei sembrare sgarbata, ma, ho notato che ad altre iscritte al forum è permesso, ne sarei lieta anche io !!!!!
Inanzi tutto, grazie infinite dei complimenti, di seguito, proverò a chiarire ogni tuo dubbio!!!!
Come hai giustamente osservato, la sostanziale differenza di morfologia del territorio, non è di certo d'aiuto alla conservazione delle caratteristiche dei cibi e degli ingredienti in genere, i sapori purtroppo, vengono alterati in maniera marcata, e nonostante abbia usato la farina proveniente da una località del nord Italia dove questo tipo di polenta e una vecchia tradizione , ci sono altri fattori che ne influenzano la perfetta riuscita, oltre naturalmente l'aria, il clima, ecc.ecc... , primo fra tutti, in questo caso, è l'acqua, ma tutto sommato, il risultato è accettabile.
Vedo con piacere che sei un ottimo intenditore di polenta, quella da me preparata è esattamente del tipo "montanaro" nella fattispecie, " boscaiola", ricetta proveniente dalle valli alpine nord orientali , tra Veneto, e Friuli.
Per l'abbinamento, nel mio caso la scelta cade su; frico di patate, salsiccia e costa, formaggio e salame, spezzatino con funghi e capriolo, ecc..
Il tempo di cottura, dipende da molti fattori; primo fra tutti il fuochista, poi le capacità di destrezza nel mesciare ed il tipo e la consistenza della farina, ma posso affermare che dal momento che l'acqua è in ebollizione, un buon polentaro, dopo 30-35 min. la serve sul tagliere, io purtroppo impiego di solito una decina di minuti in più, manca l'esperienza e la destrezza.
@HarryPotter , la polenta valtellinese, non l'ho mai assaggiata ne mai vista, ma io il mais l'ho sempre visto "giallo canarino", dato che la polenta in questione è confezionata esclusivamente con farina di mais macinata a pietra con una parte di crusca, ne deduco che ne prenda anche il colore.
In merito alla discussione tecnica sulle caratteristiche, le qualità e la differenza tra i metalli del paiolo , non posso commentare, perché non saprei cosa dire, ma l'utente AndreaSNR125, mi ha fatto capire alcune cose, dato che il pagliolo è in bronzo, e più spesso di quello in ghisa, io ne deduco che abbia maggior accumulo di calore, e maggior conduttività, e credo ne derivi una più veloce cottura della pietanza al suo interno, ma forse mi sbaglio!!!!
Per quanto riguarda l'olio, lo uso per lasciare un velo protettivo sul paiolo di ghisa, non per lavarlo!!!
Dopo aver cotto la polenta, procedo al lavaggio del paiolo, quando è asciutto, con della carta assorbente cospargo l'olio d'oliva al suo interno.
Certo, se fosse per il mio attuale compagno, darebbe due pennellate di gasolio e via, (dice sempre che il gasolio protegge dalla ruggine) ma poi credo che la polenta abbia un retrogusto non piacevole!!!
Io da quando ho memoria, di paioli di ghisa, ne ho visti finire due come portavasi sul terrazzo!!!
@AndreaNSR125, fino a un certo punto, tutto mi è stato chiaro, ma non ho ben capito la teoria della capacità termica dell'acqua, da quel poco che so, l'acqua a 100° va in ebollizione ed evapora, per cui credo che questo discorso sia valido fino hai 100°, (in montagna anche prima, per via dell'altitudine) , ma la polenta resta dentro il pagliolo anche dopo che l'acqua è quasi completamente evaporata, e ancora si deve finir di cuocere, per cui credo che il tipo di metallo e la massa del paiolo, abbiano una certa influenza sulla velocità ed il modo di cottura.
Vi abbraccio tutti !!!!