MECCANICA e DINTORNI

semplifichiamo ad un interruttore rotativo, il verso di accensione e' pari a quello del potenziometro, si dice chiudere quando si mette in conduzione e aprire quando si scollega, il rubinetto fa' lo stesso.
Cosi' per lo meno mi son spiegato la cosa ,alla fine rientra tra le convenzioni arcaiche come misure in piedi e pollici , 24 ore 60 minuti che come convenzioni a ben vedere sono ben piu' scomode.
Nella corrente chiamiamo positivo quello che se viene guardato come flusso di elettroni e protoni e' il negativo ,perche'? boh!
A ragionarci troppo sopra una spiegazione veramente logica (al limite forse storica),a mio parere, non si trovera' mai e diventa una disquisizione sulla lana caprina senza speranza

Io credo siano solo convenzioni dettate dalle comodità di esecuzione.
Nei rubinetti a vite girando a dx, la vite chiudi ...ma perché è più semplice e commerciale una vite dx .
In elettronica , anche se di funzionamento contrario è commercialmente più semplice così. Gli strumenti di misura hanno li 0 a sx è a mano che aumenta il valore l'ago si sposta a dx Perché forse è più semplic'è la costruzione di una molla di richiamo dx. Forse i potenziometri hanno seguito la stessa convenzione.
Ci sono poi altri fattori dovuti alla nostra natura umana.
Nelle foto ad esempio , si ha più suggestione se si divide il riquadro in tre settori verticali in cui il soggetto occupa un settore esterno...ma metterlo a dx non è come metterlo a sx ...forse a causa del posizionamento dei lobi cerebrali....

se si vuole la luce massima all'accensione e diminuire mentre si gira la manopola in senso orario, basta lasciare il centrale dove è e spostare l'altro filo, ma sinceramente non lo vedo corretto
praticamente si hanno due resistenze in serie, una fissa, quella della lampada (che poi non lo è dato che varia anche essa al variare della temperatura, in laboratorio elettrotecnico il sistema era paragonato a un bolometro, ma lasciamo perdere non è ne il luogo ne il momento) e una variabile a filo, la tensione agli estremi è costante e si hanno due cadute di tensioni nelle due resistenze, lampadina e reostato, man mano che giriamo la manopola del reostato questo sposta l'equilibrio iniziale, e la lampada si comincia ad accendere o meglio aumentare la sua intensità luminosa fino ad arrivare a fine corsa del reostato dove la sua resistenza è minima o nulla e tutta la tensione si ha ai capi della lampada con il massimo della luminosità

Per me si sono solo fossilizzate abitudini opposte. La modifica è esattamente come dice Mario, ho spostato un filo e voilà -perchè non dovrebbe essere concettualmente corretto?

il motivo è semplice non si parte dal massimo per arrivare al minimo, oddio una cosa c'è che funziona così, i motori dei fan coil, partono dalla velocità più elevata (terza normalmente) per poi diminuire

Ah ma no no, io per abitudine lascio il potenziometro girato tutto a sx, quindi parto dal minimo e poi girando verso dx aumento la luminosità, se avessi lasciato com'era prima succedeva quello che descrivi concordo