MECCANICA e DINTORNI

Qualcuno ha idea di come funziona elettricamente l'elettroerosione ?
La teoria la so pure io , scocca l'arco erode il materiale ecc ecc ecc .
Mi servirebbe capire con che tensioni e con che correnti lavora ,
come avviene il controllo della distanza elettrodo-pezzo , magari
lo schematico dell'alimentatore e dei vari sistemi di controllo .

Perche' ?

Perche' la MCRABAN (LA REGINA DELLE TENEBRE) oramai e' in dirittura d'arrivo e di fatto e' una sorgente
di energia pilotabile in molti parametri , magari scopriamo che cambiando
il firmware e tirando un paio di fili puo' fare anche da elettroerosione .

Grande Raban, sei avanti!!!!!!! =)

Anni fa' in rete avevo visto un progettino di demplice edm, se lo ritrovo lo segnalo.

Ciao Max

anche come generatore per la sedia elettrica nel braccio della morte !!

io ho scovato questo http://modelenginenews.org/meng/edm/index.html

con 4 condensatori , una resistenza e un trasformatore da 100 va ... erodono tranquillamente un maschio.

La MCRABAN (LA REGINA DELLE TENEBRE) teoricamente arrivera' a 6-7 KVA ... hai voglia a toglierne di maschi ...

progetto veramente interessante!

questa diventerà la MCCOLTELLINOSVIZZERORABAN

Elettroerosione a filo o a tuffo ? La corrente è parecchio diversa come enormemente più complessa è l'elettronica e la meccanica di quella a filo.
Tempo fa ho armeggiato su una a tuffo con il solo asse z motorizzato (ovviamente): se ben ricordo la tensione era un ottantina di volt cc con una quindicina di ampere regolati da un PWM che pilotava gruppi di transistor di potenza che venivano inseriti in parallelo in base alla corrente richiesta. Inoltre, sovrapposta alla cc per l'erosione, c'era una tensione molto più alta - mi pare sui 300 volt con pochi milliampere - per il "tocco" che controllava l'asse z.
Non so se potrò ancora accedere agli schemi e se la macchina esiste ancora ma se la cosa ti interessa posso tentare.
Tieni presente che - sempre se non ricordo male - il PWM non serviva per la limitazione della corrente che era affidata ad un gruppo di resistenze/stufe ma era indispensabile per un giusto duty cycle per ottenere una corretta erosione.
Saluti.
vincenzo

tutte le info che puoi darci sono bene accette !

Io non ho ritrovato il link a cui accennavo prima ma provo a cercare ancora, era una cosa molto spartana con un asse z motorizzato con un piccolo stepper.

Ciao Max

Non ho avuto ancora la possibilità di rintracciare il proprietario della macchina per cercare di ottenere gli schemi ma posso fornire quello che al momento mi viene in mente.
Premetto che la macchina a tuffo sulla quale sono intervenuto molti anni fa era piuttosto datata (componenti discreti e logiche TTL) e malconcia ma serviva allo scopo e forava allegramente piastre da 15 millimetri di spessore.
Gli elettrodi sagomati erano in principio fatti in grafite e succesivamente fu usato il rame per via dei problemi (anche alla salute) prodotti dalla grafite e del costo. Inoltre il rame, con gli acconci settaggi, andava molto meglio.
Ogni 5 - 6 secondi il ciclo di erosione era interrotto più o meno per lo stesso tempo (entrambi regolabili) con il sollevamento della testa per consentire ad un forte getto sommerso di olio di asportare i "trucioli".
Il pezzo era immerso totalmente in olio tenuto in circolazione da una pompa con una serie di filtri.
In origine vi erano dei circuiti che controllavano l'efficienza dei filtri e il livello dell'olio nella vasca di erosione che impedivano il funzionamento in caso di anomalie o vasca non completamente piena e una serie di sensori che intervenivano in caso di incendio dell'olio ma sulla macchina in questione erano stati rimossi da qualche genio.
L'alimentazione (da ponte trifase) non era stabilizzata ma abbondantemente filtrata da una batteria di 40 elettrolitici da 4700 micro in parallelo, se ben ricordo. Di sicuro (e questa era la causa del funzionamento anomalo) l'efficienza dei condensatori era determinante, almeno in quella tipologia di macchine, infatti un ripple di pochi volt provocava erosioni irregolari, "saldature" con intervento delle protezioni a seguito del corto dei finali, gap irregolari e superiori alla norma e rapida usura dell'elettrodo.
Era anche presente un invertitore della polarità pezzo/elettrodo - regolarmente escluso - che per esserci a qualcosa doveva pur servire.
Non ricordo le temporizzazioni ma ricordo che il duty cycle (e la corrente) era di estrema importanza perchè incideva sui tempi e sulla qualità della lavorazione e doveva essere settato anche in funzione del tipo di materiale secondo alcune tabelle fornite con la macchina.
Ovviamente non veniva usato l'olio indicato, forse irreperibile in Italia, ma olio per trasformatori.
Spero che questi vaghi ricordi possono esserti utili.
Ciao.
vincenzo

Ho ritrovato il pdf dell'elettroerosione, se puo' essere utile ecco qui:
http://www.metalwebnews.com/manuals/spark-erosion.pdf

Ciao Max