Le cinghie piatte da giuntare si trovano, solo che sono un prodotto un pochino di nicchia e che richiedono pesantemente solo i costruttori di macchinari, i quali molto probabilmente si riforniscono direttamente dal produttore senza passare per il classico "cuscinettaro" rivenditore di componentistica.
Ad ogni modo, uno dei produttori più noti delle cinghie piatte da giuntarsi a misura è Habasit (
http://www.habasit.com/it/tipi-schede-cinghie.htm), quel che farei io sarebbe cercare nella zona un rivenditore di questo marchio per farmi consigliare da loro sul da farsi.
Nel caso più fortuito potresti incappare in un concessionario in grado di costruire per te la cinghia della misura necessaria a partire da un campione o da tue indicazioni, se la situazione fosse questa potresti eventualmente portare al rivenditore il pezzo di ghisa che ti da problemi e far giuntare a loro la cinghia già concatenata con esso.
Il secondo e più probabile scenario è che invece il rivenditore voglia completamente lavarsi del mani della cosa e ti dica: "toh, qui c'è la cinghia e qui l'attrezzatura per giuntarla, mi compri tutto e ti arrangi a casina tua ad unirla" (onestamente sarebbe comprensibilissimo se non volessero perder tempo)
Naturalmente, è il momento di dirlo, qui c'è l'inghippo!! Eh sì perché la cinghia in sé probabilmente costa anche una cifra ragionevolissima (qualche decina di euro magari), solo che includendo anche il costo degli strumenti di giunzione non ci vuol nulla ad arrivare a 200€ o magari di più, il che, forse, non è più un prezzo che vale la pena pagare a meno di non volersi mettere a giuntare cinghie come secondo lavoro.
Ragioniamo però un attimo: come funzionano i sistemi di giunzione?
Sbirciatina alla brochure (pag.4): [url]file:///C:/Users/Cimatti%20Federico/Downloads/0000008255.4005.BRO.TOL-en1117ITA.pdf[/url]
Evidentemente due sistemi (Flexproof e Quickmelt) sono esclusivamente termici e pensati per cinghie costituite da polimero termoplastico e devono necessariamente essere portati a termine con piastre riscaldanti specifiche e parametri ben precisi, il terzo invece (Thermofix) fa uso di un adesivo in combinazione con una piastra riscaldante, LAMPADINA
Non è che per caso possiamo replicare questa tecnica di giunzione in economia senza strapagare un tubetto di colla e una piastra per capelli marcati Habasit? Beh, secondo me sì!!
Cerchiamo di capire perchè in alcuni passi:
1-Il sistema Thermofix fa uso di un adesivo, il che significa che di fatto quel che deve tenere insieme i due lembi della cinghia è proprio la colla mentre all'azione termica è lasciata una funzione più marginale
2-Per esperienza, nonostante il mondo delle colle sia vasto oltre ogni immaginazione, quando si parla di una giunzione strutturale critica (e quella di una cinghia lo è), in ambito industriale si sente dire solo una cosa: "EPOXY", ossia colla epossidica.
3-Ma siamo poi così certi che Habasit ci venda un adesivo epossidico per giuntare le cinghie? Beh, per me sì, perché le resine (e quindi anche le colle) epossidiche sono quelle che in assoluto permettono di ottenere le migliori prestazioni a livello di resistenza meccanica e termica. Sì è vero, costano un po' di più di tutte le altre (poliestere, poliuretaniche, vinilestere, cianoacrilati, ecc...) ma dopotutto per unire una cinghia ne serve talmente poca che il risparmio di qualche centesimo è nulla in confronto alle potenziali lamentele di tanti clienti a cui saltano le giunte. In altre parole, se io mi chiamassi Habasit, ti venderei una epossidica.
4-Un ulteriore campanello che ci fa sospettare l'uso di un adesivo epossidico è il fatto che la giunzione viene garantita fino a 100°C, il che guardacaso è proprio in linea con le prestazioni normalmente ottenute con questo collante opportunamente curato (gli altri adesivi in commercio o "saltano" ben al di sotto di 100°, oppure perdono sensibilmente di resistenza meccanica fino a diventare quasi sempre inaffidabili)
5-Alla luce di quanto detto sopra e con un pizzico di intuito, si può immaginare che la piastra riscaldante usata per giuntare con il sistema Thermofix, altro non ha che la funzione di consentire una cura della colla a temperatura superiore a quella ambiente. L'uso di questa piastra ha 3 conseguenze fondamentali:
-la cura della colla è più rapida (si accelerano i tempi di posa, il che è sempre ben visto ma magari non fondamentale)
-la reticolazione della colla è più completa e questo di solito conferisce una resistenza meccanica un po' superiore ma non è detto che,
in percentuale questo "plus" sia così strepitoso
-l'incollaggio mantiene la resistenza meccanica nominale (o di poco inferiore) anche se posto in esercizio a temperature elevate
purché non superiori a quella di cura [ QUESTO TERZO PUNTO RISULTA CRUCIALE ]
6-Inteso quanto detto al punto 5, possiamo magari incollare la cinghia utilizzando una buona colla epossidica (es. Araldite) senza fasciarci troppo la testa con quella famosa piastra riscaldante? Come dicevo sopra, per me sì per diversi motivi:
-non ci interessa nulla di far presto, quindi possiamo tranquillamente mettere la cinghia in colla la sera e metterla in tiro la mattina
-quel surplus di resistenza meccanica che si guadagna con la cura ad alta temperatura probabilmente in termini relativi è poco e non
ci serve, tanto più se consideriamo che per far girare un tornietto anteguerra da micromeccanica non è necessario tirare a morte la
cinghia
-Habasit mette in piedi la fase termica perché per vendere il prodotto ha bisogno di garantire una resistenza della giunzione fino a
100°C, ma probabilmente messa sul tornietto quella povera cinghia non arriverà mai a più di 50-60°, il che significa che una colla
epossidica, anche curata a temperatura ambiente va più che bene
Per concludere, io prenderei una cinghia piatta commerciale e, per i motivi elencati sopra, mi limiterei a giuntarla con una buona colla epossidica (es. Araldite) serrata con due morsetti da falegname, se poi l'unione dovesse distaccarsi, beh a spendere soldi in colla e piastra riscaldante originali si fa sempre in tempo.