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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 18:51 
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FINALMENTE USO IL TORNIO

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Attenzione a non confondere i ruoli delle protezioni.
Un interruttore magnetotermico serve a proteggere le linee e gli apparecchi dai sovraccarichi, ma viste le correnti necessarie e i tempi d'intervento sono del tutto inutili per proteggere dai contatti indiretti.
Se hai solo questi in caso di contatti indiretti sei il solo conduttore verso terre, ti ritrovi attraversato da correnti di parecchi amper per minuti e ci lasci la pelle.
Per evitare questo sono state inventate le messe a terra, in caso di guasto la corrente scarica a terra tramite il conduttore di protezione e in caso di contatto indiretto ti ritrovi in parallelo al sistema di messa a terra, la corrente che ti attraversa dipende dal rapporto tra la resistenza del sistema di messa a terra e la tua resistenza verso terra. Se il sistema di messa a terra è realizzato bene ed ha una resistenza sufficientemente bassa le correnti che ti possono attraversare sono al di sotto della soglia di pericolosità e non rimani fulminato.
Per tenere conto di questo il DPR 547/55 indicava resistenza massima di 20 ohm, il valore probabilmente era scelto arbitrariamente, comunque realizzare e mantenere in efficienza un sistema di messa a terra con una resistenza da 20 ohm in molti casi era difficile, ammesso e non concesso che ci fosse l'impianto.
Il problema di questo approccio è che la resistenza delle messe a terra aumenta con il tempo (corrosione dei conduttori, dei dispersori ecc. ) e quindi la pericolosità in caso di guasto verso terra aumenta.
Successivamente visto che buona parte degli impianti civili erano senza messa a terra e dovevano essere messi a norma il legislatore ha introdotto una norma transitoria, Gli impianti per essere a norma dovevano essere dotati almeno di interruttore differenziale da 30 mA.
L'interruttore differenziale è un sistema di protezione molto efficace, de rileva uno squilibrio tra la corrente in ingresso e quello in uscita superiore alla sensibilità impostata stacca la corrente.
Attualmente è obbligatorio l'interruttore differenziale con un impianto di messa a terra coordinato, la sua resistenza è scelta in funzione della sensibilità del differenziale.

Visto che con la corrente si rischia la pelle o si sa quello che si sta facendo o è meglio rivolgersi ad un esperto del settore, se siamo sotto ai 6 KW non è necessario il progetto dell'impianto firmato da un professionista e basta rivolgersi ad un elettricista.

Attenzione che per gli impianti elettrici la norma richiede che l'impianto sia certificato, e le certificazioni possono essere rilasciate solo soggetti abilitati iscritti alla camera di commercio per il settore elettrico.
Per intenderci, io sono ingegnere, posso progettare gli impianti elettrici, posso fare perizie inerenti la rispondenza alla norma degli impianti, posso fare il direttore tecnico di una azienda impiantistica e con quella mansione firmare le certificazioni di conformità (l'azienda è iscritta alla CCIA) , ma anche se ne ho le capacità se realizzo un impianto non posso certificarlo.

Quindi a meno di essere un elettricista il fai da te in questo ambito comporta che l'impianto, ancorché perfettamente a norma non è certificato.
Questo cosa comporta ? in primo luogo il fornitore non mi attiva la fornitura, il comune non mi dà l'agibilità dell'immobile.
Se il lavoro lo faccio in un immobile agibile e già dotato di fornitura, in caso di incidente ci si ritrova con le assicurazioni che non liquidano i danni, e se scoppia un incendio o si fa male qualcuno si rischia seriamente di finire in tribunale con un bel procedimento penale.

Una cosa importantissima,se sono hobbista fino a quando sono solo io a lavorare nella mia officinetta e non ci entra nessuno, il fatto che ci sia qualcosa fuori norma se mi faccio male fra scattare procedure penali.
Se svolgo l'attività in modo professionale,anche se sono da solo mi scordo le autorizzazioni per esercitare l'attività, se baro con le autocertificazioni in caso di controllo scatta il penale per falso in atto pubblico e ti fanno nero.

Attenzione anche se sono hobbista, se qualcun' altro nell'officina ne sono responsabile sia civilmente che penalmente, solo per il fatto di avere avuto accesso nei locali.
Se poi viene un amico nell'officinetta, per aiutarmi e per disgrazia si fa male sono cavoli acidi.
L'orientamento attuale della giurisprudenza e degli enti controllore, Inail ed Ispettorato del Lavoro in particolare è quello di considerare l'infortunato come se fosse un lavoratore dipendente in nero.

Saluti
Giovanni


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 19:29 
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gionp ha fatto una esposizione del problema ineccepibile, detto questo, direi che se fosse casa mia farei un Qe alla fornitura, per legge non ci può essere più di un metro di linea senza protezione differenziale, allo stesso tempo uniamo l'utile al dilettevole, in ogni buon Qe deve esserci un generale, io proporrei un magnetotermico quadripolare, a valle di questo un diff. monofase per l'abitazione e considerando che con 4.5KW la tua signora visto che per ora l'enel ti permette di succhiare tutta la potenza anche solo su una sola fase sarebbero in teoria 19.6 A a 230V se consideri che però ti permette per 10 minuti anche di sforare pagando salato del 10% andresti a 21.5 A allora fatte le dovute conclusioni se non vuoi che la signora si approfitti ci metti un 20A magnetotermico differenziale da 0.003 monofase e un 25 quadripolare per l'officina

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OBBIETTIVO RAGGIUNTO SONO RIUSCITO A FARMI DISATTIVARE


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 19:33 
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Giovanni, il tuo discorso non fa una piega ma:
l'impianto certificato e a norma che è presente a casa mia è una solenne ciofeca. Non me ne frega niente del fatto che, se muoio, penalmente ne risponde colui che ha fatto l'impianto (anzi colui che lo ha certificato), perchè io sono morto.
Allora, per essere sincero, preferisco avere un impianto difforme da quello certificato col quale però riesco a salvare la buccia.
Ti dico solo che attualmente vicino al contatore non c'è un bel niente. Cavi che fanno una ventina di metri, poi sono giuntati con dei morsetti volanti (il classico cappellotto a vite in plastica trasparente) per andare ai vari impianti attraverso corrugati neri in parte murati (correttamente) ed in parte interrati (in modo errato). Questi ultimi vengono raccordati in pozzetti ovviamente non più stagni tramite i soliti morsetti volanti per poi giungere ai salvavita dei vari impianti.
L'idea è di rifare a poco a poco tutto l'impianto e poi farlo certificare.
Vedo (non solo a casa mia, ma veramente dovunque) impianti fatti MALE, errori progettuali mostruosi, giunzioni penose, scelte dei materiali opinabili.... Non sono proprio un malato di mente, chiedo consiglio su un forum e poi una volta trovato il sistema migliore chiedo l'approvazione ad un tuo collega, caro amico, che progetta impianti elettrici per lavoro.
Domani, se mi ricordo, ti faccio una foto del lavoro che ha fatto l'enel nel mio quadro elettrico. Ti anticipo che l'operaio mi ha detto: metta magari una tavola di legno davanti a questi cavi (enel, non miei)....

EDIT: Giacomo domani vedo di fare uno schema per vedere se ho capito. E si, che sto facendo il quadro alla fornitura.

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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 20:46 
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CAPO OFFICINA

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A parte le incongruenze e le lacune della legge in essere, per titoli posso progettare un impianto, .....ma guarda caso non lo posso realizzare e soprattutto certificare.
Come giustamente sottolineava Giovanni i magnetotermici servono alla protezione delle linee elettriche e non alla protezione delle persone, questo era il motivo per cui avevo suggerito di montare un magnetotermico da 20 A e non da 32 come aveva suggerito l'amico di Marco, dato che i cavi sono da 6 mm2, mentre il compito per salvare vite umane spetta al differenziale con sensibilità 30 mA (il nostro amico Giacomo nella foga di scrivere ha scritto 0,003, ma in realtà voleva scrivere 0,03 A).
I nostri suggerimenti volevano essere solo un modo corretto per realizzare un impianto elettrico sicuro ed efficiente al di la della burocrazia, alla luce di quanti pseudo elettricisti hanno la facoltà di certificare cose che non stanno ne in cielo ne in terra.


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 21:26 
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Iscritto il: ven mag 08, 2015 14:25
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Ciao, se l'impianto è realizzato nel modo che hai descritto la certificazione di conformità e fasulla, senza entrare nei dettagli per arrivare a 20 m dal contatore serve un interruttore di protezione.
Se uno fa un impianto fuori norma e lo certifica, lo si pio prendere per le orecchie e farsi rifare tutto, se si rifiuta, ci si fa fare una perizia che certifica le difformità dalla norma e lo si denuncia per falso,se si è subentrati nell'immobile, per falso e truffa se si è i committenti. Poi mentre i lentissimi ingranaggi della giustizia lo lavorano, con questa si fa un esposto in CCIA cosi gli tolgono l'abilitazione.
Se non si vuole spendere e soprattutto non ci si vuole mangiare il fegato, ci si può anche rivolgere ad un'associazione consumatori che poi si diverte a fargli un mazzo tanto.

Per quanto riguarda le giunzioni, i morsetti volanti sono previsti e regolamentati dalle norme CEI EN 60998-1 (CEI 23-20) e CEI EN 60998-2-1 (CEI 23-21).
http://www.elenet.altervista.org/Elettr ... a/Morsetto
Con questo tipo di morsetti solitamente puoi raggiungere le parti attive con il cacciavite in corrispondenza della vite e attrezzi o le dita dalla parte della protezione per le dita (lato ingresso dei conduttori) la norma prevede che vengano marchiati se il grado di protezione IP supera IP20.
Ovviamente il grado di protezione deve essere adatto al luogo e alla posizione di installazione, per intenderci se uso i forbox per giuntare i cavi della plafoniera (a soffitto) dove non sono raggiungibili sono a norma, cosi come è a norma un portalampade Edison 27 (è IP 0 se non c'è la lampada ci puoi infilare le dita), se invece ci giunto dei cavi vicino al pavimento, cove possono esserci schizzi d'acqua quando lavo i pavimenti sono fuori norma, In questa posizione i morsetti devono essere segregati nelle scatole di derivazione.

Per le tratte interrate bisogna stare molto attenti , quelle che normalmente chiamano scatole stagne sono per posa a parete e normalmente hanno un grado di protezione IP 55 (quelle con i passacavo in gomma), o IP 56 (quelle da forare e usare con i passacavo con guarnizione a pressare) quindi ben che vada sono protetti dagli spruzzi potenti (grado IPx6).
Sotto terra ti puoi trovare sommerso quindi devi andare su un grado IP 67 con pozzetti drenanti e IP 68 con pozzetti non drenanti. Solitamente si preferisce realizzare l'impianto interrato con pozzetti senza fondo in modo che siano drenanti, ovviamente anche il terreno deve essere drenante.
La situazione peggiore è quando il terreno è a base argillosa, scarsamente drenante, quando scavi e interri i cavi e i relativi tubi di protezione costruisci un sistema drenante che cattura l'acqua e te la porta nei pozzetti, ciclicamente ti ritrovi con i pozzetti allagati per lungo tempo, qui è d'obbligo il grado IP68.
Il problema è trovare queste scatole per fare le giunzioni.

Il miglior sistema è fare i pozzetti senza fondo in modo che drenino e allontanino l'acqua (Enel lo prescrive per i suoi impianti) ed evitare le giunzioni interrate, nel caso fossero necessarie oltre che le scatole idonee è bene proteggere i giunti con nastri autoagglomeranti o meglio fare dei giunti resinati. Comunque si operi i giunti interrati sono sempre a rischio.

Per la scelta delle taglie degli interruttori è bene seguire un criterio di selettività, la taglia deve decrescere partendo dall'interruttore generale passando a quelli generali dei sottoquadri e degli utilizzatori. In questo modo se c'è un guasto o un sovraccarico salta la protezione della macchina o dell' apparecchio difettoso, il resto continua a funzionare e individuo subito la fonte del problema.
Se ho un interruttore generale da 20A e a valle di questo nell'officina metto interruttori da 25 A in caso di guasto o sovraccarico scatta il più sensibile, ovvero quello generale, e ti ritrovi con la moglie che ti prende a padellate in testa perché hai fatto saltare la corrente in tutta la casa e gli si è sgonfiato il sufflè.


Saluti

Giovanni


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 21:41 
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Bravo infatti io ho utilizzato 3 pozzetti drenanti. 2 pozzetti sono solo "logistici" ma il cavo passa senza essere stato tagliato. In un altro pozzetto (che è all'aperto ma coperto) i cavi sono giuntati con l'isolatore resinato.
Appena sarà pronto TUTTO l'impianto sarà sotto differenziale.

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MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 22:30 
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:shock: Tutto sto casino per far girare un tornio ? E, dai !


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 22:38 
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Scusa Zio ma la differenza tra fare un impianto decente e una ciofeca non è poi tanta. Se era solo per far girare un tornio tiravo una prolunga dal contatore al tornio. 45 metri e 2 spine. Stop. Ma a che ho la trifase, appena si rompono le autoclavi (ne ho 2 per 2 diversi scopi) le metto trifase. Qualunque altro motore da ora in poi lo metterò trifase. Allora visto che la spesa non è sto granchè e sempre con un occhio alla sicurezza ho scelto di fare un impianto.

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Te lo ripeto, sono per le cose semplici, che devono funzionare, costare il giusto e garantire dovuta sicurezza.
Condivido che, tra il fare un lavoro schifoso e uno decente, le differenza è minima, ma... in medio stat virtus.
Parere personale, ovvio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 23:08 
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:???:
Mi pare di ricordare una fontana illuminata . . . . :grin:

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Mario

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:risatina: :risatina:


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: sab gen 09, 2016 07:57 
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:rotfl:
Comunque Zio, non mi sembra che sto facendo le cose in grande. Vado proprio nel verso della "virtù".

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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: sab gen 09, 2016 13:43 
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Iscritto il: sab dic 26, 2009 09:56
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da installatore ho la pelle d'oca, per far girare la fresa basta che butti giu 3 fili da 4mm/2.
posso solo appoggiare quello che ha scritto SAGGIAMENTE gionp.
E permettetemi che la differenza tra un impianto ciofeca e uno normata è fondamentale:
UNO TI SALVA LA VITA
L'ALTRO FORSE
un appunto solo, non si possono creare impinati di terra separati per due motivi:
1 per normativa l'impianto deve essere unico
2 per salvarti la vita
le mie osservazioni sono dettagli cmq state parlando di un 380v non del solito 230 di casa
e per giunta se seuperi lo squilibrio tra le fasi paghi la mora


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: sab gen 09, 2016 14:00 
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CAPO OFFICINA

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Due cose non mi convincono:
Il 230 V di casa è una fase del 400 V e, a meno di non essere talmente cojoni da toccare due fasi contemporaneamente, il pericolo ritengo sia lo stesso.
Attualmente, salvo qualche "innovazione" dell'ultima ora (ma sarò il primo a saperlo perchè resto al buio), puoi prelevare l'intera potenza contrattuale da una sola fase senza alcuna penale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Impianto elettrico officina
MessaggioInviato: sab gen 09, 2016 14:18 
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CAPO OFFICINA

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Come al solito ci rincorriamo Yrag
Come giustamente ha scritto Yrag la monofase di casa a 230 V deriva dalla trifase 400, dal momento che è formata da una qualsiasi fase del 400 V e dal neutro(che altro non è che il centro stella del trasformatore da MT a BT della più vicina cabina di trasformazione tra l'altro messo a terra in centrale) quindi prendere la "scossa" con una qualsiasi fase della 400 V e prendere la scossa con la fase attiva della 230 V di casa è la stessa cosa, ecco perché entrambi vanno protetto da un differenziale da 30 mA (da a 50 mA in, determinate circostanze, si può rimanere folgorati)
Un altro appunto, mi sembra che avevo spiegato con chiarezza a Marco, che la terra supplementare la può mettere dove vuole (garage, meglio giardino) purché sia collegata con gli altri picchetti


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