Premetto che il mio settore è la meccanica, tuttavia qualcosinainaina di azionamenti elettrici presumo di conoscere e con quel poco che so mi viene da pensare che, come avevo già scritto nel topic di Davide (
viewtopic.php?f=84&t=24964&start=30), questi inverter facciano veramente ribrezzo dal punto di vista della logica di pilotaggio. Che cosa voglio dire? Provo a spiegarmi ma avverto che non ci riuscirò in solo un paio di righe, quindi pigri e analfabeti astenetevi dal continuare a leggere
.
Per i valorosi che invece hanno continuato imperterriti iniziamo con le basi:
La velocità di rotazione del motore asincrono è dipendente dalla frequenza di alimentazione e, in misura minore, dall'entità del carico meccanico; dunque se vogliamo variare gli RPM della macchina la cosa più semplice è impostare l'inverter di modo che eroghi una tensione (e una corrente) a una frequenza consona con le nostre necessità. L'inverter tuttavia non si può limitare a ad agire sulla sola frequenza in uscita mantenendo la tensione costante perché questo porterebbe il motore a funzionare in modo improprio (di questo ci sono motivazioni squisitamente dovute a questioni di elettromagnetismo ma, a meno che qualcuno non voglia farsi del male, eviterei di rigirare il coltello nella piaga). Per tale motivo quindi, la quasi totalità degli inverter controlla il carico impiegando la cosiddetta tecnica a V/f=cost, ovvero in pratica ad una variazione della frequenza in uscita richiesta dall'utente, viene fatta corrispondere una variazione anche sulla tensione tale per cui si mantiene appunto invariato il rapporto V/f. Evidentemente quindi, ogni motore asincrono trifase che di targa funziona a 400V 50Hz ha un rapporto V/f nominale pari a 400/50=8.
Passiamo ora a qualcosa di un pochino più evoluto iniziando a contraddire quel che fin'ora è stato esposto: (no, giuro, non ho cambiato spacciatore
)
La verità dei fatti è che la tecnica di controllo V/f=cost è cosa buona e giusta ma ha dei limiti perché per le basse frequenze finisce con il tirare giù un sacco la tensione e, poiché la coppia erogata dipende dal quadrato della tensione, questo si riflette in un vero e proprio collasso del momento torcente che ci si ritrova all'albero. Per risolvere questo piccolo quanto tragico inconveniente i nostri amici ingegneri elettrici si sono quindi inventati il controllo V/f compensato, il quale sì è parente stretto del controllo V/f classico perché nell'intorno del punto di funzionamento nominale grossomodo impone V/f=cost, tuttavia per le basse frequenze (una decina di Hz per capirci) il rapporto V/f tende ad aumentare, ovvero si fa diminuire la tensione meno di quel che si dovrebbe per riuscire quantomeno a conservare il più possibile una coppia dignitosa.
PROBLEMA: abbiamo detto che per una macchina che di targa funziona a 400V 50Hz V/f=8, ma con che criterio facciamo aumentare V/f alle basse frequenze per tenere su la coppia? Dobbiamo inventarci una legge matematica da scrivere nel programmino di controllo dell'inverter che per ogni valore di frequenza impostato dall'utente ci permetta di calcolare in men che non si dica il valore di tensione più appropriato.
Ebbene, questo problema per nulla banale i costruttori del sol levante l'anno "risolto" attraverso i parametri P70, P71 e P72. Di deafault P70=0, quindi la compensazione di coppia, secondo il manuale, dipende dal valore di P72 che varia tra 0 e 100. Domanda: che caxxo vuol dire?
Se P72=0 la compensazione di coppia è dello 0%? Sì, ma 0% di che cosa?
Vabbeh, visto come stanno le cose, diciamo pure che mettiamo una pietra sopra alla compensazione di coppia, tanto alla fine l'inverter ci serve solo per avere una sorgente di potenza elettrica trifase per alimentare il motore nelle condizioni nominali, quindi chissenefrega se anche non abbiamo chissà quale ottimizzazione per pochi Hz.....
Ok, quindi ragioniamo un attimo, diamo per buono che se P72=0 non c'è compensazione della coppia.....ma allora siamo su un V/f=cost classicissimo e liscio, liscio, quindi per i 50Hz mi aspetterei di avere V/f=400/50=8 e invece il buon motolelozzo ci riferisce:
f=50
V=500
quindi V/f=500/50=10 ECCHECCAXXO!!!
Ma sti cinesi l'hanno mai visto un motore asincrono prima di sorteggiare i parametri di default?
Ok, a sto punto il motore ci sta che sia effettivamente "partito" perché una shakerata di 500-650V su un isolamento vecchio di 20 anni e più può benissimo essere fatale, tuttavia sarebbe desiderabile modificare i parametri così che non sia necessario riporre nel cassone del rottame anche un eventuale motore nuovo. Andiamo quindi a vedere di nuovo questo dettagliatissimo manuale: di valori del rapporto V/f non c'è traccia
....... tuttavia, momento.......il parametro P71 riporta la didascalia: "Torque Compensation Voltage", letteralmente "Tensione di compensazione coppia", cosa volessero dire per me è un mistero, tuttavia di default è settato 10, ma vuoi vedere che....
Motolelozzo, prova mo' a settare P71=8 e vedi che tensione abbiamo in uscita a 50Hz, magari abbiamo trovato l'inghippo
Morale della favola:
Secondo me l'inverter a livello di hardware funge anche abbastanza decentemente ma di default è impostato un valore di V/f incompatibile con i motori nostrani alimentati a 400V. Sicuramente in qualche modo è possibile modificare il valore di V/f di modo da ottenere un funzionamento adeguato, tuttavia il manuale è una roba inguardabile e sicuramente non aiuta a risolvere il problema. Ecco, forse una persona scafata potrebbe arrivarci, io mi ritengo un principiante che conosce per sommi capi il principio di funzionamento e, da quel che si legge, tutto quel che riguarda la compensazione di coppia pare non avere un senso. Però se abbiamo indovinato magari si riesce a far funzionare tutto l'ammenicolo.
Nota finale:
se effettivamente abbiamo indovinato e P71 è proprio il parametro su cui agire per impostare il valore di V/f è interessante notare che il valore che tale quantità può assumere può variare tra 0 e 300, quindi potenzialmente se fosse P71=300 si potrebbe avere a 50Hz in uscita 50x300=15000V
ma dico io, hanno sorteggiato veramente?