Quanto all'età, intesa in termini di rincoglionimento senile, sono più avanti di te, quindi tienine conto...
Cerco di essere più chiaro nel limite della mia ignoranza (anche) in questa materia.
Sostanzialmente, le bobine sono uguali, entrambe presentano resistenza o reattanza in funzione della corrente che la attraversa. Se le alimentiamo in cc, presentano una resistenza, in ac una reattanza. Dirai "embè ? questo lo so, non ci vuole il professore".
Bene, a sto punto, con la stessa bobina, quello che cambia per generare lo stesso flusso è la tensione di alimentazione, che in ca deve essere più alta per via della reattanza ora presente (oltre ad altri accorgimenti tipici dei rele in ca come il nucleo lamellato e la spira in corto per evitare il ronzio).
Ora, senza dilungarci troppo altrimenti mi devo autobannare, nulla vieta di alimentare un rele "nato" per la ca in cc: basta ridurre la tensione per compensare la mancanza della xl prevista in sede di progetto per mantenere la corrente nei limiti, ma spesso (in specie nei teleruttori) questa riduzione di tensione non consente che il circuito magnetico si chiuda e si ricorre alla resistenza economizzatrice che viene inclusa da un contatto ausiliario o cazzate del genere. E' ovviamente una soluzione di ripiego che spreca energia in calore.
In estrema sintesi, un rele "nato" per la ca può benissimo funzionare in cc agendo sulla tensione che deve essere ridotta. Il contrario è più difficile perchè la reattanza che ora presenta la bobina riduce la corrente e bisogna aumentare la tensione, ma il circuito magnetico dovrebbe essere diverso altrimenti fa il campanello.
Il fatto che esistono rele "nati" per ca e per cc credo voglia dire qualcosa, anche se con gli adattamenti saponaristici tutto è possibile.
Oh, avrò scritto un oceano di cazzate e mi scuso in anticipo.