Il 316 ha il nikel ed cromo (come il 304, del resto, tutta la serieAisi 3XX si caratterizza come un legato a struttura cubica e facce centrate, contenente Ni e Cr, classificato appunto in base alle percentuali dei suddetti, in quantità tale da preservare la struttura austenica durante i periodi di esposizione alle temperature ambientali), più il molibdeno aggiunto nella percentuale del 2% -3% e cio' per garantire un' ulteriore resistenza alla corrosione. In questi legati lo strato di ossido di cromo e di ossido di molibdeno agiscono come barriera anti-ruggine. Il 316, esposto all' aria, questa barriera di ossido di cromo (nel 304) e di cromo e di molibdeno la produce spontaneamente, proteggendo così il manufatto dalla corrosione. Che cos'è la serie L, sul 316? L'acciaio inox AISI 316L si differenzia dall'AISI 316, per la percentuale di carbonio, presente nel legato, infatti, come si descrive nello standard AISI, la lettera "L" della sigla "316L" sta a significare: "LOW (CARBON! Il carbonio se lo son scordato...). Se andiamo a scartabaellare le.tavole di sopra citato standard, troveremo che la percentuale di carbonio presente nel "316L" deve essere ≤ 0,030 Vs nell'acciaio inox "AISI 316" è ≤ 0,07. Per ciòxhe attiene le percentualidegli altri elementi presenti nelle due tipologie di acciai inox son, pari pari, le medesime. Come aiuta, il discorso di L (basso carbonio, abbiam detto sopra) nella prevenzione della ruggine? Con le perventualir ridotte di C nel legato, il cromo presente, riduce la combinazione con il carbonio appunto, per andare a creare i carburi di cromo, così il cromo, a questo punto, libero, crea uno strato di ossido passivante, che garantisce, un'accettabile grado di protezione dalla corrosione. Attenzione che gli inossidabili, lo sono solo per nome, non certo per definizione, eventualmente mostreranno puntinatura di ruggine se esposti allo iodio, meno sicuramente di altri acciai ma saranno cmq soggetti ad ossidazione. Ci sono legati, meno dolci del 316L, che riescono a tener nikel e cromo, facendo la stessa poca ruggine ma appunto sono meno dolci e vengono impiegati per usi più gravosi navali. Il problema della fatica però immersi in acqua marina resta, in quanto la quantità media di cloruli è altissima, rispetto a quella che può sopportare l' acciaio 3XX e simili e per di piu' ci sono pure dei bei carichi batterici che eventualmente aggrediranno il manufatto
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