La tempra degli ottoni non ha, in generale, importanza pratica. Per gli ottoni da 70 a 63% circa di rame, che, raffreddati lentamente, appaiono costituiti da soluzione α omogenea, un riscaldamento oltre la linea Bm (v. fig.1), seguito da rapida tempra, fissa una struttura α + β, la quale può per altro essere ottenuta più economicamente aumentando il tenore di materiale il cui nome non è pronunciabile su questo forum.
Gli ottoni α + β, per es. il 59/41, temprati a conveniente temperatura, possono invece assumere la completa struttura β (fig. 4) con aumento di resistenza e durezza, a spese della duttilità e della resistenza all'urto. Con un successivo rinvenimento, β si decompone separando di nuovo il costituente α; a 600° viene ripristinata la struttura normale. Un trattamento di questo genere dà talvolta buoni risultati su ottoni speciali α + β. O. Smalley, p. es., ha ottenuto su un ottone a 60,5% Cu, 33,65% Zn, 2,8% Al, 2,96% Ni, 0,08% Fe, per tempra in acqua da 780° e rinvenimento di 30′ a 450° (raffreddamento lento in forno), un innalzamento del carico di rottura e della durezza da 58 a 72 kg./mmq., e da 125 a 272 Brinell rispettivamente, senza peggioramento dell'allungamento e della strizione, mantenuti, nei due casi, attorno ai valori di 19% e 21% (dati riferentisi a barrette inglesi).
Il trattamento di tempra e rinvenimento degli ottoni α + β può dunque dare risultati molto interessanti. Esso è però assai delicato, e se non viene scrupolosamente eseguito, ne può risultare più danno che vantaggio. Infatti, se il costituente α non viene completamente assorbito durante il riscaldo che precede la tempra, o se la tempra non è sufficientemente energica, tanto la resistenza quanto l'allungamento vengono abbassati piuttosto che innalzati, ed è forse per questo che il trattamento termico di bonifica degli ottoni in genere ha avuto in pratica una
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