Riguardo al raffreddamento ai bassi giri la ventola ausiliaria è quello che ci vuole. I motori servoventilati hanno appunto una ventola ausiliaria mossa da un secondo motorino, che viene tenuto sempre acceso. Puoi anche costruirtela da te, basta che sia equivalente a quella originale del motore (in quanto a flusso di aria). In questo modo puoi anche togliere la ventola originale.
Con gli inverter si fanno molte cose, ma sulle macchine utensili alcune sono utili, altre no. In particolare i vantaggi sono: -Eventuale conversione di tensione alimentazione monofase in trifase (problema molto sentito negli hobbisti che lavorano in casa). -Utilizzo di rampe di accelerazione e decelerazione, evitando picchi di assorbimento e sollecitazione sul motore in caso di numerose ripartenze (es, per filettare sul tornio). Il motore ne giova molto, e sempre in caso di impianti con bassa potenza utilizzabile (come quelli di casa), si evitano scatti intempestivi degli interruttori dell'impianto. Questo dipende anche dalla potenza del motore, un conto è avviare una fresetta con un motore da 500 W, un conto è avviarne una con un motore da 3 KW. -Protezione del motore da sovraccarichi. -Possibilità di brevi variazioni di velocità (più ampie se si monta un motore servoventilato).
Il principale svantaggio, o meglio sarebbe dire un "non vantaggio" è quello che l'inverter, e qualunque azionamento elettrico in generale (quindi anche un azionamento DC), al di sotto del regime nominale variano la velocità mantenendo COSTANTE LA MASSIMA COPPIA DISPONIBILE (quando lavora bene). In una macchina che ha sforzi costanti questo è ottimale, ma una macchina utensile solitamente ha l'esigenza di variare i giri MANTENENDO COSTANTE LA POTENZA, quindi incrementando la coppia disponibile al diminuire della velocità. Questo perchè le basse velocità sono utilizzate per far lavorare utensili più grossi, che richiedono quindi più coppia. Ragionando in altri termini, ipotizziamo di lavorare ad un tornio, con un certo utensile, che ovviamente ha certi parametri di taglio ottimali. Se dobbiamo lavorare due pezzi dello stesso materiale, uno di diametro doppio dell'altro, quello più grosso, per mantenere la stessa velocità di taglio deve girare a metà dei giri, ma avendo lo stesso sforzo di lavorazione e raggio doppio, richiederà una coppia doppia al mandrino, e quindi una potenza uguale al pezzo piccolo.
Nessun motore elettrico ha, al di sotto del regime nominale, una caratteristica del genere. La possiedono però al di sopra del regime nominale, se sono costruiti per potervi funzionare. Sono solitamente di questo tipo gli elettromandrini ad alto numero di giri, dove, in un range abbastanza ampio (da regime nominale a quello massimo) presentano una caratteristica a potenza costante. In questo caso i vantaggi sono indubbi. In una macchina tradizionale, nata con il cambio e con motori "tradizionali" l'unico espediente possibile (in teoria) sarebbe quello di lasciare innestata la marcia più bassa, e ottenere giri maggiori mediante inverter, mandando il motore al di sopra del suo regime nominale. La cosa potrebbe funzionare solo in teoria, perchè osservando il range di giri di utilizzo di una macchina utensile si vede che si dovrebbe lanciare il motore a regimi elevatissimi, certamente non permessi nè dal motore stesso nè dalla trasmissione. Inoltre i motori tradizionali hanno poco margine per andare oltre il regime nominale. Esistono motori con range più alto, utilizzati spesso in ambito indistriale, ma sono ovviamente più costosi. Ad esempio, un motore 4 poli, quindi con regime nominale pari a 1400 rpm circa, può avere un regime massimo di 5000-6000 rpm. In questo range la potenza sviluppata è praticamente costante, e sarebbe adatta all'utilizzo con una macchina utensile. Si tratta però di un range non sufficiente a coprire tutte le esigenze. Può essere utile per ridurre il numero di marce necessarie.
Per guadagnare potenza in basso si utilizza a volte il sistema di sovradimensionare il motore (per recuperare coppia, che poi sarà esuberante agli alti giri), però ovviamente la trasmissione lo deve permettere. In altre parole, facendo un esempio, un motore da 1KW, 4 poli (1400 rpm), alimentato a 50 Hz con riduzione 1:2 fa 700 rpm (ovviamente) con la stessa coppia di un motore da 2 KW, 4 poli (1400 rpm), alimentato a 25 Hz. Il secondo motore, a spese di un sovradimensionamento e di una servoventilazione, permette di non usare la riduzione meccanica (1:2 in questo esempio).
La coperta è un po' corta, ma si può giocarci su un pochino. Es, raddoppiando la potenza nominale, scegliendo un motore ad alto numero di giri massimo, si potrebbe coprire un range da 700 a 5000 rpm, avendo coppia sufficiente. In tale modo, un cambio a 12-16 velocità tradizionale di una macchina utensile, potrebbe ridursi a un cambio a 2-3 velocità, con vantaggi nella rapidità di cambio regime. Ma se tale vantaggio ha forse senso su una macchina industriale che deve fare produzione, per un hobbista mi sembra sprecato...
Restano gli altri piccoli vantaggi, che nell'ottica di avere una buona macchina, senza pretendere di sostituire la funzionde del cambio, sono molto utili.
_________________ Non accontentarti mai, scegli gli strumenti giusti, usali bene, non accettare compromessi, pretendi il successo. Poi ricomincia da capo.
Nel mondo esistono 10 tipi di persone: -chi conosce il codice binario -chi non conosce il codice binario
|