@lelef
" smontando tutto il valvolame e le sicure che c'erano in quel sistema rimasi impressionato, se c'e' cosi' tanto dev'essere molto pericoloso e mollai l'idea per sempre."
Probabilmente hai smontato il primo stadio dell'erogatore, una volta sui bibo il primo stadio era direttamente collegato alla bombola mentre il secondo stadio alla bocca, ora invece è un gruppo a se stante e la bombola ha solo un rubinetto di uscita senza valvole o quant'altro.
Il primo stadio ha il compito di ridurre i bar da 200 a circa 8 (dipende dagli erogatori ) il secondo stadio è fatto per garantire lo "sforzo di inspirazione" più o meno costante indipendentemente dalla profondità in cui sei . Tanto per capirci la capacità polmonare "standard" sono i fatidici 5 litri in superficie , questo significa che qundo il diaframma di abbassa l'aria entra e ti riempie la cavità polmonare. A 20 metri di profondità ( 2 bar + 1 della superficie ) quando respiri i litri che devono riempire la tua cavità diventano 15 , se non ci fosse il secondo stadio che sente la pressione e "ti spara" l'aria, dovresti succhiare come un dannato per respirare.
Molti sub (io per primo) vengono dalla pratica dell'apnea , un po' per la pesca un po' perchè attribuiscono alle bombole una pericolosità immotivata . Il più insignificante dei problemi che possono succedere sott'acqua , quando sei in apnea, è già un GROSSO CASINO per evidenti motivi di respirazione.
In circa 300 ore effettive di immersioni l'unico incidente che mi è successo è stato con l'avvento dei computer subaquei che tenevano conto del ritmo respiratorio per calcolare i tempi di desaturazione da azzoto. Il cornuto, a 20 mt di profondità mi dava ancora 60 bar di pressione ... al respiro successivo CICCIA !!! risalita in emergenza buttando sempre fuori aria e fine dell'incidente ( maledetta elettronica ) da allora i miei manometri hanno solo il tubo di bourdon... e niente diavolerie elettroniche