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 Oggetto del messaggio: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 12:08 
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Un amico ha completato un motore a scoppio modellistico; giunto ad implementare l'accensione, ha optato per usare un Sensore Hall al posto delle (canoniche) puntine platinate.

Ci abbiamo (o meglio ci ho . . ) impiegato cinque giorni per far funzionare l'accensione; transistor bruciati, bobine interrotte, sensori che commutavano "a caso" ; alla fine tutto bene.

Chiedo se nel Forum qualcuno ha esperienza di sensori di Hall e mi volesse indicare un tutorial per potermi orientare nella "giungla" . . . .

Grazie.

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Mario

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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 12:52 
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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 12:57 
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ho più o meno il tuo problema, quindi sto in ascolto.

grazie mille AF116


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 13:00 
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Prego! :grin:


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 13:02 
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Tanti anni fa, circa una ventina, andavano di moda le "accensioni elettroniche" da installare aftermarket sulle auto che allora erano dotate di puntine + bobina...

Io stesso a suo tempo, ne realizzai alcune e funzionavano bene...

Praticamente nelle puntine facevano scorrere una corrente minima, e la usavano per "triggerare" un impulso di potenza sulla bobina...

Sostituendo le puntine con un sensore di hall, dovrebbero funzionare egualmente bene !


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 13:19 
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Non so oggi cosa si usa, ma ricordo che per ricavare l'impulso per l'accensione si sono sempre usati pickup magnetici come, mi pare, si usino ancora per l'ABS.
Comunque c'è un esperto nel settore, attendiamo il suo intervento.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 13:57 
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Iscritto il: gio lug 12, 2012 13:37
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Oggi si usa ancora la classica ruota "fonica" che altro non è che una ruota dentata i cui denti si affacciano al sensore giri motore (probabilmente il pickup menzionato da yrag). Alla ruota, generalmente, manca qualche dente consecutivo in un punto ben preciso, penso il PMS, appunto per sincronizzare l'algoritmo della centralina. Il fatto che abbia tanti denti serve a conoscere, oltre il n. di giri, anche il punto esatto (anticipo) dove fare scoccare la scintilla. Il momento dell'accensione è dipendente da molti fattori, temperatura aria, pressione aria, temperatura motore, accelerazione richiesta e nel prossimo futuro, dall'umore dell'autista. Ma per un modellino mi sembra esagerato, sempre che non intervengano normative più stringenti!

P.S. Non sono io l'esperto, l'ho buttata giù più o meno come me la ricordo!


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 14:20 
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Si, quello. Allo stato delle mie modeste conoscenze - ma non è detto che sappia giusto - il pickup è la bobina avvolta su un nucleo magnetico che si affaccia sulla ruota fonica.
Credo che si preferisca usare il sistema della ruota fonica per avere a che fare con un segnale sinusoidale, più "trattabile", piuttosto che con una variazione di resistenza.

P.S. Ho detto la mia minkiata...


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 16:40 
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non sempre si usa la ruota fonica, a volte si usa solo un sensore (magnetico il più delle volte, ma non sempre, vedi le vespe), e un dente ferromagnetico (o più, dipende dai cilindri). se si ha un anticipo fisso l'anticipo è dato solo dal dente, se è variabile e l'accensione è digitale si fa un piccolo calcolo, tanto con la stroboscopica si fanno tutte le correzioni del caso in fase di taratura. ovvio che con la ruota fonica si può essere più precisi.

comunque il segnale in uscita è circa una sinusoide, se il mio minioscilloscopio non sbaglia.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 17:30 
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Il "Pick-up" magnetico è un sensore sensibile alla variazione della riluttanza; nel caso del sensore ad effetto Hall, si tratta invece di un vero e proprio IC digitale che commuta tra 0 e V Alim alla variazione del flusso magnetico nel quale viene immerso; naturalmente il segnale prodotto dal sensore di Hall pilota un circuito elettronico che gestisce le variazioni di corrente nella bobina di accensione.

Fin qui, a sommi capi, la teoria; quello che a me interesserebbe , è capire come gestire in pratica il sensore; per esempio quale dimensione e "potenza" del magnete di attivazione; la sensibilità alla distanza magnete-sensore; la sensibilità del sensore al movimento del magnete; a volte per esempio, vengono messi due o tre magnetini disposti lungo un arco di cerchio, anzichè un magnete solo . . . . :smile:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 17:34 
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il sensore ad effetto di Hall è un elemento in grado di rilevare intensità e direzione di un campo magnetico. Ne esistono di svariate tipologie: con uscita analogica, digitale, lenti, veloci, più sensibili o meno..... la caratteristica che li accomuna è proprio l'elemento sensore che si basa appunto sull'effetto di Hall (dal nome del suo scopritore). In parole povere Hall ha scoperto che, facendo passare una corrente di intensità nota in un conduttore, e ponendo questo conduttore in un campo magnetico la cui direzione è perpendicolare al flusso di corrente, si genere, tra le facce opposte del conduttore, una differenza di potenziale (ovvero una tensione) proporzionale sia al campo magnetico che al flusso di corrente. In pratica, conoscendo il valore della corrente e leggendo il valore e il segno della tensione che si forma, possiamo calcolare intensità e verso del campo magnetico.

Per gli scopi di questo topic in realtà non ci interessa sapere intensità e verso ma solo se c'è o non c'è: in queste applicazioni si piazza in genere un magnete sull'albero (o sulla ruota) e il sensore fisso in un punto; al passaggio del magnete in prossimità del sensore questo rileverà la presenza del un campo magnetico generato dal magnete che determinerà l'identificazione di una posizione angolare precisa sull'albero oppure, più semplicemente, contando i passaggi in un lasso di tempo si potrà determinare la velocità di rotazione.

Uno dei produttori leader mondiali di questi sensori è la Allegro MicroSystems che tra l'altro da a disposizione tantissima letteratura interessante che spiega il funzionamento dei sensori e aiuta a scegliere il prodotto giusto in base all'applicazione.
http://www.allegromicro.com/en/Products ... r-ICs.aspx
http://www.allegromicro.com/en/Design-C ... r-ICs.aspx

... tutto solo in inglese purtroppo....

Mario inizia da qui poi se hai domande specifiche chiedi pure, qualcosa la so.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 17:41 
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Iscritto il: dom gen 31, 2010 21:46
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Qui trovi tutta la letteratura disponibile sul sito Allegro:
http://www.allegromicro.com/en/Design-C ... tions.aspx

... e questa l'applicazione specifica con un Hall Switch che sembra proprio la tua:
http://www.allegromicro.com/en/Design-C ... t-ICs.aspx

buona lettura :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 17:43 
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Grazie Max !

Ho già letto (velocemente) una AN della Allegro e conto di ripassarla . . .

Cercavo di capire perchè l'accensione del motore del mio amico, con un sensore Honeywell SS40A faceva le bizze : al passaggio del magnete il sensore rimaneva eccitato ; oppure non commutava; con un sensore Honeywell 2SS52M, che a prima vista sembra un "gemello diverso", funziona perfettamente, con circuitazione, magnete e bobina invariati . . .

Mi sono scaricato i Data Sheet di entrambi e proverò a capire :grin: quali siano le differenze critiche . . .

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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 17:49 
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Attenzione all'isteresi Mario. Quando usi un sensore tipo switch questo integra un comparatore che commuta l'uscita digitale ad un valore specifico di intensità del campo magnetico (B). Il punto in cui commuta tra OFF e ON e tra ON e OFF è diverso per via dell'isteresi appunto, ovvero di una differenza volutamente impostata per evitare che il sensore entri in "oscillazione" quando il campo magnetico è in prossimità del valore di soglia.
Il valore chiaramente è proporzionale alla distanza dal magnete quindi se l'elemento è molto sensibile oppure l'albero su cui è montato tende a magnetizzarsi il sensore rischia di rimanere sempre commutato....

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 Oggetto del messaggio: Re: Sensori ad "effetto Hall"
MessaggioInviato: gio mag 14, 2015 17:56 
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grazie McMax, illuminante come sempre. pensavo che i normali pick up fossero la stessa cosa dei sensori ad effetto hall, invece mi sbagliavo. ci sono accensioni per scooter che usano sensori ad effetto hall, che infatti hanno due cavi sul sensore (più il collegamento di massa), e altri solo uno (sempre con il collegamento di massa). pensavo che nei manuali non chiamassero i secondi sensori ad effetto hall solo per rendere tutto più comprensibile, invece ora mi è tutto chiaro, grazie a voi.

comunque in entrambi i casi i sensori permettono di regolare la distanza tra dente e sensore usando lo spessimetro


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