I forum, in particolare quelli seri (o cazzuti come direbbe il buon Raban), sono una fonte pressoché inesauribile di informazioni e suggerimenti sul "come fare" ma da nessuna parte, M&D compreso, si dice cosa NON fare.
Se ci riflettete un attimo la cosa non è poi così stupida come sembra, molte volte le “soluzioni geniali” che sembrano risolvere il problema possono crearne di peggiori ma sul momento non ci si rende conto delle possibili conseguenze.
Quello che segue è una cosa da non fare e ne parlo allo scopo di far desistere chi ha avuto un’idea simile pensando di risolvere un problema sprecando in realtà solo tempo, materiale e rischiando di farsi male.
Non essendoci una sezione apposita per gli (s)progetti, lo posto qui poi eventualmente i mod provvederanno a spostarlo o cancellarlo.
Veniamo al problema.
Recentemente ho avuto la necessità di sostituire più volte al giorno l'autocentrante con il quattro griffe indipendenti per prendere pezzi in alluminio di forma irregolare sui quali dovevo ricavare un cilindro dal pieno.
Di per se il problema non sussiste: nel mio caso basta mollare tre viti, cambiare il mandrino e azzerarlo.
Finito il lavoro bisogna rimettere su l'autocentrante e azzerarlo: una grossa perdita di tempo per pochi minuti di lavoro da fare si e no un paio di volte a settimana e per un numero limitato di pezzi da realizzare pure in fretta.
Non ho trovato in giro una camlock adatta che, presumibilmente, sarebbe costata più del tornio, mi avrebbe creato altro lavoro, problemi per lo sbalzo e altre delizie dovute al fatto che la flangia è fissa al fuso. Restava da fare un lavoro radicale, alla Zorki per intenderci, che non avevo intenzione di fare e che probabilmente non sarei neppure stato in grado di fare.
Alla fine la soluzione "geniale", appunto: sovrapporre all'autocentrante il quattro griffe realizzando una sorta di attacco rapido “preciso” senza smontare l’autocentrante ma semplicemente togliendo le griffe.
Vero che la flangia (in ghisa, realizzata per poter essere fissata direttamente sulla flangia originale senza l’autocentrante interposto), con trascinatore, calza con leggero contrasto sull'autocentrante per 5 mm, vero che un cilindro pieno da 30 mm attraversa la flangia e penetra per altri 30 mm nel foro dell'autocentrante, vero che un tirante da 12 attraverso il passaggio barra tiene tutto in sede, vero che ci sono andato molto cauto e ho terminato tutti i pezzi (ho rischiato perchè era alluminio) ma la cosa non andava risolta così per una somma di motivi:
La stabilità della macchina - che già è quella che è - con questa massa aggiunta a sbalzo peggiora notevolmente e ci si mette pure lo squilibrio prodotto dalle 4 griffe e dal pezzo fuori centro.
I cuscinetti (ancora originali cinesi) non spiccano salti di gioia e rischiano una fine prematura.
Aumenta la flessione del mandrino e dagli e ridagli, considerando il tipo di macchina e la sua provenienza, non è da escludere che possa spezzarsi per fatica. E' appena il caso di pensare ai guai che può fare una massa di una decina di kg che ruota a qualche centinaio di giri.
Non è detto che la linea mandrino o la flangia siano in grado di tollerare un aumento del peso.
Il freno, se c'è, perde efficacia per l'aumento dell'energia cinetica da dissipare. Nel mio caso l'inverter va in protezione e "molla" il motore, quindi niente effetto frenante.
Bisogna fare salti mortali per lavorare con precisione e avere una buona finitura.
Un incontro ravvicinato tra torretta e griffe porta a conseguenze imprevedibili.
Insomma, non si fa e basta. Meglio perdere tempo a smontare, rimontare e azzerare o, ancora meglio, non fare lavori per i quali non si è acconciamente attrezzati. Questa ultima è stata la soluzione risolutrice che ho adottato (però solo dopo aver fatto l’accrocco e completato tutti i pezzi
).
Come ulteriore deterrente allego qualche foto dello sprogetto...