Per quanto attiene al decadimento psicofisico dopo il pensionamento, bisogna distinguere tra "fisiologia" e "patologia"; l'evento "pensione" è uno dei vari "punti di svolta" nella vita di una persona; si comincia con la scuola, quando il bambino per la prima volta si stacca dal contatto esclusivo dei genitori ed incontra gli "altri"; poi (una volta) il servizio Militare; si andava lontano da casa in una vita di regole (non sempre logiche) ma anche di libertà (non c'erano mamma e papà a controllarti . . .); poi il lavoro, il matrimonio, la genitorialità e così via . . . Naturale che dopo una quarantina d'anni di un certo stile di vita, il cambiamento sia un po' destabilizzante : quando sei al lavoro hai un ritmo di impegni, hai un certo numero di relazioni, hai un ruolo sociale; il giorno della pensione , ti trovi senza tutto questo, solo con te stesso. In qualche mese, si ristabilisce un qualche equilibrio, soddisfacente o meno, ma sempre equilibrio.
Va tenuto presente che l'età del pensionamento è anche quella di insorgenza o manifestazione, delle patologie cerebrali vascolari, specie se la vita precedente è stata logorante ; quindi, se un pensionato comincia a manifestare idee fisse, piccoli deliri di avarizia , o altro, il problema non è la pensione, ma lo stato di salute.
_________________ Mario
I grandi Uomini si riconoscono dalla grandezza dei loro obbiettivi ....
|