MECCANICA e DINTORNI

Per la storia della durata delle lampade, fu costituito il primo "cartello" tra i produttori: chi costruiva lampade con durata supriore alle 5.000 ore veniva sanzionato.

Scusate... Forse vado un po' OT e controcorrente... Sono iscritto ad un po' di forum e quasi in ognuno di essi compaiono discussioni di questo tipo con risposte molto simili... A questo punto mi chiedo se siamo gli stessi iscritti in tutti i forum ed io sono babbo ad avere lo stesso nickname o se l'italia pullula di babbi che sono capaci solo di parlare... Tutti giungiamo alla conclusione che ce lo mettono in quel posto quando e come vogliono, che ci danno le notizie che vogliono parlando principalmente di chi tromba chi e non delle cose veramente utili... Non è forse il caso di trovare il modo di unirci tutti per qualcosa di davvero utile?

Sarebbe il caso, come hanno fatto in altri paesi che sono scesi in piazza alla prima caxxata del governo, ma noi siamo Italiani: brava gente, credulona, di cuore buono, con memoria corta e lingua lunga.
Crediamo a tutto e a tutti, a chi promette milioni di posti, a chi ci dimezzarà le tasse, ai nani, alle ballerine e ai comici che non fanno ridere nessuno. Anzi, ridiamo per le esternazioni del Sig. Razzi...
I tempi delle rivoluzioni popolari sono lontani secoli e sai perchè ? Come disse qualcuno "gli italiani stanno bene": Il televisore da 200 pollici lo abbiamo tutti, la tv a pagamento anche, il figlio neonato ha l'iphone da 800 euro, in ferie ci vanno quasi tutti nonostante la "crisi" e le finanziare sguazzano.
Forse, ma forse, quando la cacca che ci è arrivata al mento ce la ritroveremo in bocca, ripeto, forse, potrebbe succedere qualcosa ma allora verrà fuori l'inventiva italiana e ognuno risolverà a suo modo.

Saggezza Partenopea . . . .

questo l'ho scritto prima Yrag, ma non vorrei sviluppare un discorso troppo lungo...

Per fare qualcosa di utile una volta si eleggeva un rappresentante del proprio modo di vedere le cose e questi andava dal governo a fare il proprio dovere.
Si chiamano elezioni.
I corrotti infatti mettono la prima barriera per impedire che persone oneste entrino in politica, oppure, se proprio ci riescono, devono finire senza poter intervenire; ogni tanto se ne vede qualcuno, come le stelle cadenti.
In alternativa ci sono i movimenti di popolo, ma accadono solo quando ha fame; per ora non abbastanza.

Per accorgersi che "stiamo per aver fame" bisognerebbe guardare poca televisione ed essere critici con le panzane che passano.
Ma attenzione: ci sono movimenti che si schierano contro i potenti e servono proprio a scaricare la rabbia ed evitare che la gente scenda in strada; se invece "scende" in internet non è efficace, come dimostrano le rivoluzioni avvenute nel mediterraneo e finite all'opposto di quello che volevano.
La miglior rivoluzione, secondo me, è imparare a pensare.

"La miglior rivoluzione, secondo me, è imparare a pensare."



E' quello che sostengo da molto tempo . . . .

Ma è la cosa più difficile da realizzare , perchè costa fatica . . . (e qualche sofferenza. . . )

Si, Calbas, forse sono stato più "rustico" nell'esprimere il concetto.
Le "elezioni" sono una colossale presa per il cubo: se servissero a cambiare non ci farebbero votare o, in maniera molto più "democratica", noi votiamo e loro, con "leggi" ad hoc, fanno il resto.
La tv ha giocato un ruolo determinante nel processo di rincoglionizzazione: qualcuno ha avuto il lampo di genio di mostrare cubi e tette di oche che stanno a dire solo puttanate per distrarci da cose più serie... e noi sbaviamo mentre "loro" fanno il porco comodo.
Se ben ricordo, qualcuno più o meno un secolo fa, disse che l'Italia era fatta ma bisognava fare gli Italiani. Evidentemente se la sono presa comoda, all'italiana.

L'hanno appeso per evitarlo yrag...

Vincenzo, poco più di settant'anni fa, un altro "Leader" aveva detto :

"Non è difficile governare gli Italiani ; è inutile . .. !" . . . .

Su questo punto non aveva torto...

Signori l'Italia è fatta adesso dobbiamo fare gli italiani non è del nonno appeso.

”Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani”
il motto ”Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani”, forse impropriamente attribuito a Massimo D’Azeglio, convinto federalista, ma che, in realtà, fu riferito da Ferdinando Martini, deputato, senatore e ministro della novella Italia. Tale motto è stato notevolmente ricorrente nelle dispute odierne per affermare che l’Italia, come espressione geografica e politica si è fatta, ma che gli Italiani non si sono mai del tutto sentiti sodali in una patria ancora fortemente divisa tra nord e sud.
Ma se vogliamo rendere giustizia a Massimo D’Azeglio dobbiamo rettificare il senso del motto. Nella prefazione del suo postumo “I miei ricordi” (1867) egli scrive: “Il primo bisogno d’Italia è che si formino Italiani dotati d’alti e forti caratteri. E pure troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani”; dunque non si riferiva il nostro marchese all’unità degli Italiani dal punto di vista politico ma alla loro maturità culturale, civile e morale. Ce ne dà conferma il ricordato Ferdinando Martini che ne “L’illustrazione italiana” del 16 febbraio 1896 (pag. 99) racconta che in una conversazione in pubblico a Montecatini il D’Azeglio avrebbe affermato: “Se vogliono fare l’Italia, bisognerà che pensino prima a fare un po’ meno ignoranti gli Italiani”.
E qui viene ancora in mente l’altro motto di Alfonso di Lamartine: “L’Italia è una terra di morti”, ribadito nell’apostrofe antitaliana: “Io cerco [in Italia] uomini e non polvere umana” (“Dernier chant du pélerinage d’Harold”, c. XIII), che faceva eco allo storico tedesco B. Giorgio Niebühr, diplomatico a Roma dal 1816 al 1823, il quale ebbe a scrivere: “... L’Italia è una terra di morti che camminano” (“Lebensnachrichten über B. G. Niebühr”, II, pag. 37, Amburgo 1838, postumo). L’uscita di Lamartine suscitò sdegno tra gli Italiani, che non erano ancora politicamente tali; basti ricordare la satira di Giuseppe Giusti “La terra dei morti” del 1841 e le aspre risposte sulla stampa del colonnello Gabriele Pepe, che culminarono con la sfida a duello nel quale Lamartine fu ferito.
Dunque l’amor di patria era vivo e concreto prima dell’unificazione; è dopo che sembra essersi volatilizzato: ancora ai nostri giorni si brucia la bandiera tricolore, si inneggia al separatismo, si sbeffeggia sulla stampa straniera il Governo nazionale dimenticando l’adagio: i panni sporchi si lavano in famiglia. Ma qui forse l’amor di patria c’entra poco perché a prevalere è l’appartenenza politica. Ma non è compito della politica favorire il senso dell’unità nazionale e dell’appartenenza all’unica Nazione che è l’Italia?

Già nel 1867 si eran resi conto che l'italia era sentita come patria ogni 4 anni per il mondiale di calcio

Invece negli anni '60 venivano da tutto il mondo in Italia per studiare "il Miracolo Italiano".
Uno sviluppo economico e sociale così accelerato che non era mai successo nel mondo.

Era il tempo in cui nei circoli si insegnava alla sera a leggere e scrivere, alla televisione il Maestro Manzi faceva lo stesso, al venerdì la TV trasmetteva la commedia, ripresa in sale di teatro e recitata da grandi attori; un giorno alla settimana si trasmetteva un concerto sinfonico.
Si era imboccata la strada della ricchezza, della civiltà e dello sviluppo culturale.

Il fatto che si sia persa la strada non cambia i meriti degli Italiani, almeno quelli che se lo meritano e ce ne sono ancora tanti.

ma è possibile che siamo solo capaci di piangerci addosso
Quando a Roma c'era il Senato in Inghilterra vivevano nelle gotte come le volpi.
se gli americani sono arrivati all'atomo è grazie a noi purtroppo, quanti casi eccelsi o normali possiamo citare dove l'Italia ha svettato e svetta tutt'ora?
tiriamo giù questa manica di delinquenti piuttosto.

Questo filmato penso ci unisca tutti https://www.facebook.com/video.php?v=10201115978603084!