Spesso mi capita di leggere richieste di suggerimenti su come controllare un motore recuperato nel ferro vecchio o come appurare se un motore che funziona in maniera anomala sia esente o meno da difetti. La risposta è sempre del tipo "prendi un tester e misura la resistenza delle matasse e la resistenza tra matasse e carcassa". Premetto che non capisco una mazza di cose elettriche, anzi, ho pure paura della corrente e ci giro al largo, ma l'uso del tester proprio non mi convince. Sicuramente sto scrivendo cazzate, ma le sto scrivendo per leggere le risposte di qualche competente che mi faccia capire qualcosa. Iniziamo con la prova di isolamento secondo il mio punto di vista. Da quel poco che ne so, la tensione di prova deve essere prossima a quella di funzionamento e, comunque, vi sono norme in merito quindi non comprendo come la pila che alimenta l'ohmmetro, in genere tra 1,5 V e 9 V, possa dare valori utili. Non a caso, i misuratori di isolamento effettuano la prova a tensioni selezionabili tra i 250 e i 1.000 V e in alcuni casi superano addirittura i 5 kV, si, cinquemila volt. E allora ? Beh, il tester, a mio discutibile avviso, va bene per una indicazione del tipo "tutto o niente", corto o circuito aperto, ma non lo ritengo attendibile nei valori intermedi. Vale a dire che, se ai pochi volt di prova il tester indica un valore di resistenza, sebbene nell'ordine dei MΩ, non mi fiderei tanto a considerarlo un buon isolamento quando il motore viene alimentato a 400 V. Poi, a voler essere pignoli, la prova dovrebbe essere effettuata alla temperatura di funzionamento perchè pare che la resistenza di isolamento abbia la tendenza a diminuire con l'aumentare della temperatura, specie nei motori datati. Ma non sottilizziamo, alla fine, se c'è il differenziale e una buona terra, la pelle la salviamo. Direte: si vabbuò, stai a fare chiacchiere ma alla fine che si fa ? Compriamo un misuratore di isolamento ? Calma, ci sto arrivando... Il misuratore di isolamento è sprecato, non compratelo (specie quelli da quattro soldi) per provare un motore da mezzo soldo e magari si scopre che è da buttare. Il motivo è semplice: i misuratori di isolamento hanno un convertitore che innalza la tensione della pila ai famosi 250 - 1.000 V ma in quelli economici il convertitore ha scarsa potenza e, in presenza di forti dispersioni, si "siede" abbassando notevolmente la tensione di prova. Quindi, risultati fasulli. Fare un mutuo per acquistarne uno buono ? Manco a pensarci, siamo meccanici ! Si, ok, ma per provare sto cavolo di isolamento ? Direi che si possa aggirare la cosa sfruttando le legge del signor Ohm in forza del fatto che, alla fine, stiamo parlando di resistenze. Vengo al sodo sperando che i ricordi scolastici non siano troppo arrugginiti: Tra le matasse e la carcassa è presente una resistenza che dovrebbe essere elevatissima con isolamento in buone condizioni. Questa resistenza può essere misurata con precisione o in base alla corrente che la attraversa o ricavandola da una tensione misurata ai capi di una resistenza in serie di valore noto. Misurare la corrente è un po un problema perchè, se il motore non è in pessime condizioni, la corrente può scendere al di sotto del µA quindi difficilmente misurabile, allora passiamo al secondo metodo. Occorre qualcosa che dia la tensione di prova e un tester, di quelli classici a lancetta.
********************************************************************************************************************************* ATTENZIONE !!! NON fate quello che sto per scrivere se non avete le conoscenze necessarie e la opportuna dimestichezza con tensioni elevate. 250, 500 V in continua sono LETALI (lo stesso dicasi per i misuratori commerciali) quindi LIMITATEVI A LEGGERE e, se se proprio volete fare prove, rivolgetevi a qualcuno che sa cosa sta facendo. NON POSSO ASSUMERMI LA RESPONSABILITA' DI QUELLO CHE FATE. ********************************************************************************************************************************* Dopo la doverosa premessa, andiamo avanti... Dicevo che occorre la tensione di prova, 250 o 500 V in continua. Non posto lo schema perchè chi sa cosa fare ci arriva da solo. Colleghiamo un capo del generatore alle matasse, colleghiamo l'altro polo del generatore al tester predisposto come voltmetro e l'altro puntale del tester alla carcassa. In sintesi: positivo generatore (non cambia nulla se è il negativo ma bisogna invertire la polarità del tester) -> morsettiera, carcassa motore -> positivo tester, negativo tester -> negativo generatore. Insomma, due resistenze in serie, quella di isolamento del motore e quella del voltmetro, collegate al generatore. Prendiamo il nostro bravo tester (analogico) e diamo una occhiata al quadrante: da qualche parte è scritta la sensibilità espressa in kΩ per volt che, per i tester che non sono manometri, dovrebbe essere 20 kΩ V. Supponiamo di eseguire la prova a 500 V, quindi predisponiamo il tester su 500 V fs che, pertanto, presenterà una resistenza di 20.000 * 500 = 10 MΩ. Fatti questi due collegamenti, allontaniamo il muso, mani in tasca e diamo fuoco alle polveri. Una misura preliminare dell'esatto valore della tensione applicata è indispensabile altrimenti si otterranno risultati sballati. Osserviamo a distanza di sicurezza cosa indica il voltmetro, supponiamo 300 V. Calcolatrice alla mano e un semplice ragionamento (quelli difficili non li so fare): dei 500 V applicati, 300 sono sul voltmetro (lo dice lui) e, di conseguenza, 200 (ecco perchè è importante conoscere l'esatto valore della tensione di prova) sono sul motore, ovvero sulla "resistenza" che altro non è che la resistenza di isolamento di cui vogliamo conoscere il valore. Ma ci necessita conoscere la corrente. Trattandosi di resistenze in serie, basta conoscere la corrente circolante in una sola resistenza: quella nota del voltmetro. Quindi: I = V/R ; 300/10.000.000 = 0,00003 A e finalmente, calcoliano sta resistenza di isolamento: R = V/I ; 200/0,00003 = 6,666... MΩ. Direi che il valore non è dei migliori ma il motore è buono...
Ah... la spira in corto ! Ritengo che il tester possa rilevare un grosso numero di spire in corto che si manifesta come diverso valore delle resistenza delle matasse, ma una sola spira, magari di filo Ø 0,8 ? Quella il tester non la leggerà mai, ma una sola spira in corto crea problemi al funzionamento del motore e surriscaldamento. A mio (sempre discutibile) avviso, rilevare una spira in corto è piuttosto difficile anche ricorrendo a sofisticate tecniche di indagine con strumenti specifici. Quindi ? Mah... difficile per difficile, ho sempre usato il "metodo della nonna" che non costa nulla e ci azzecca quasi sempre, basta una lampadinetta al neon, di quelle usate nei segnalatori, anche se priva della resistenza limitatrice (meglio, è più visibile) e una pila o un alimentatore in grado di fornire una manciata di volt. Vi dico subito: Lampadinetta collegata agli estremi della matassa da controllare (ovviamente inserita nel nucleo di ferro sennò non funziona un tubo), con la pila si da tensione alla matassa strisciando in modo da provocare uno scintillio: se la lampadinetta lampeggia (e con uguale intensità sulle tre matasse), beh, quasi sicuramente il motore è buono. Una matassa in corto, anche se con una sola spira, impedisce la formazione della extratensione o la abbatte notevolmente e la lampada si regola di conseguenza emettendo meno luce o restando spenta. Si, lo so, è un metodo da stregone, per questo chiedo lumi a chi ne sa più di me. Però funziona... provate con un trasformatore e riprovate cortocircuitando un avvolgimento.
Questa è la mia personale idea sull'argomento; cazziatemi pure se ho scritto boiate, almeno colmo le mie lacune...
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