Visto con un'anno di ritardo.
Il primo strumento è una specie di sferometro lineare e lo usa per misurare delle spezzate.
Lo stesso sistema di sferometro si può fare semplicemente, con una barra stretta, con due palline, una su di un bordo ed una in centro ed il comparatore fissato sull'altro bordo.
Per evitare che durante l'uso si ribalti, al posto di una sferetta sul bordo , se ne possono mettere due, in modo da formare un triangolo isoscele, con l'altezza molto allungata.
Il vantaggio di questo tipo di sferometro, rispetto a quello a base triangolo equilatero e col comparatore fissato nel centro del cerchio che iscrive detto triangolo e che a pari curvatura della superficie, il primo dà la misura della freccia tre volte più grande.
In ottica, per misurare la variazione di curvatura, si usano più sferometri lineari, il primo più grande, che copre quasi tutta la superficie e che ci da i punti di riferimento.
Il secondo la metà del primo, che ci dà il primo punto intermedio sul raggio.
Il terzo un quarto, che ci dà altri due punti sul raggio e così via.....
Naturalmente quei strumenti devono avere delle maniglie, che non trasmettono il calore delle mani.
Con l'uso dell'autocollimatore, il pianetto di riferimento, andava montato su di un tre piedi, ( tre palline messe su un triangolo isoscele tipo base 50 ed altezza 100) in modo di potere misurare l'angolo ce si ottiene dalla rotazione dell' altezza, rispetto alla base, ( ....ad ogni --OK!-- del video, andava data una lettura ), e se le letture venivano fatte ogni 100 mm, si poteva ricostruire la spezzata che caratterizza quell'asse.
Quel tipo di autocollimatore, permette di leggere un'angolino tale che si traduce in un'altezza di 0,1 micron su 100 mm ed il vantaggio è che, mentre per misurare con gli sferometri, bisogna avere una superficie di riferimento, pari al pezzo in misurazione, con l'autocollimatore, fin quando non lo si sposta, la linea di riferimento e il suo asse ottico.
P.S. Naturalmente ho sia gli sferometri che quell'autocollimatore.