Bisogna però riconoscergli che ha permesso al pubblico mondiale di vedere da vicino il problema camorre-mafia-ndrangheta italiana, e non più nel modo caricaturale dei film tipo Il Padrino.
Falcone e Borsellino non si toccano, fatto sta che chi li ha uccisi ora sta in galera, qualche passo in avanti è stato fatto, specialmente negli ultimi anni, a posteriori la mafia non ci ha guadagnato ammazzandoli.
E se la mafia ha sbagliato, può farlo pure la camorra: forse hanno "lasciato fare" a Saviano ritenendo a torto l'iniziale successo del libro come un fuoco di paglia, presto dimenticato, ma ciò non sta succedendo.
La fortuna-sfortuna di Saviano è che il libro è uscito ed è stato comprato da una generazione diversa da quella di 10-20 anni fa, che invece lo avrebbe ignorato(avesse scritto il libro nel 98 io me ne sarai fregato).
La generazione dei precari, dei disoccupati, dei laureati che scappano, quelli che fanno figli in funzione del mutuo che devono pagare, quella gente si è rotta le palle di questa Italia, non ascolta più i TG e non legge i giornali di partito, non ha più fiducia nella politica, nell'imprenditoria, nella giustizia...
Sono quelli come me nati negli anni '70, vissuti nella truffaldina promessa di successo fattagli negli anni '80, per poi assistere negli anni '90 alla vera faccia della politica partitocratica e ritrovarsi adesso senza una visione ottimistica del futuro.
I trentenni di oggi sono, guardacaso, quelli che più apprezzano e ricordano Falcone e Borsellino: troppo giovani per ricordarsi gli anni di piombo, ma abbastanza adulti da capire come la mafia arrivi ad usare una tonnellata di tritolo per uccidere un singolo uomo, e troppo vecchi per non accorgersi di come la politica abbia seppellito Tangentopoli.
E sempre ogni 30 anni circa l'Italia ha avuto una rivoluzione: in una ha creato il fascismo, in un altra lo ha abbattuto, poi ha contestato e combattuto contro le ideologie illiberali... adesso è il momento dell'ennesima battaglia sociale, ma i nemici sono tanti e diversificati.
Saviano ha scritto per svegliare noi trentenni, perché un conto è ascoltare la ramanzina da tuo padre, un'altro è ascoltarla da un tuo coetaneo.
La generazione precedente, i 50-60enni, ha avuto il loro ruolo, ed ha pure fatto molto, ma i tempi sono cambiati, il mondo è molto diverso da quello che hanno vissuto loro, e lo vediamo nei giovani teenager nulla-dipendenti di oggi, i quali genitori non riescono a trasmettergli i loro valori: come fa uno che non ha mai usato una consolle a comprendere il mondo giovanilistico di adesso(ma non gliene faccio una colpa)?
E' questo che sostengo da qualche tempo: è in corso un ricambio generazionale, e ciò comporterà dei grandi conflitti.
_________________ Fidati di me, io so quel che faccio... (David Rasche, alias Sledge Hammer nel telefilm "Troppo Forte")
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