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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mar mag 15, 2018 08:08 
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Funziona anche per le cilindrate superiori, infatti alcuni hanno un foro tra lo spinotto e le fasce.
Il problema è che sporca la fluidodinamica dei travasi e quindi si usa più che altro per avere un passaggio di carica fresca sotto il pistone che tende a raffreddarlo meglio e sopratutto a lubrificare maggiormente la gabbietta di biella.

I fori Davide, devono però coincidere con le travaserie.... se no servono a meno di nulla.

Su un motore da modellismo con cui correvo, mi ero addirittura accorto che al PMS, il mantello del pistone scopriva un po il passaggio basso dello scarico.... mi sono sempre detto come facesse a funzionare bene, visto che al PMS, il 2T ha l'aspirazione al massimo del suo momento e quindi la prima cosa che mi viene in mente è che da li fuoriuscisse parte della carica fresca. A meno che invece il potere estrattivo dello scarico non lavorasse anche in quel momento. (troppo pericoloso per i miei gusti)

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mar mag 15, 2018 09:15 
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Teoricamente al PMS "quello che è fatto e fatto" ,cioè l'aspirazione della carica fresca è già avvenuta e la fase di compressione anche ... bisogna solo sperare che la candela funzioni :mrgreen: non so se a questo stadio la "Scopertura" della luce di scarico possa influire

Altra cosa, i carter motore venivano forniti lucidi da lavorazione, Nelson (USA) con un dremelino e carta da 5 :risatina: irruvidiva tutto l'interno perchè , a detta sua , la turbolenza generata contribuiva a mescolare meglio la miscela aria benza ... :shock:
a giudicare da come andavano c'è da crederci :risatina:

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mar mag 15, 2018 14:37 
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Davide, ripassa l'ABC dei motori a 2T.... a travasi chiusi, si aspira e al PMS, i travasi sono chiusissimi :rotfl:

Le superfici, di regola andrebbero sabbiate con sabbia fine oppure come mi avevano insegnato un paio di preparatori, o ripassate con carta vetrata sottile oppure con un utensile diamantato in modo da lasciarle comunque ruvide, visto che accentua lo strato limite ed evita il distacco della vena fluida nei cambi di direzione (che restringerebbe il passaggio )
Le superfici dove passa solo aria lucide a specchio, dove passa miscela ruvide

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 08:50 
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La superficie ,scabra favorisce lo sviluppo del moto turbolento ma aumenta anche l'impedenza fluidodinamica dei condotti, quindi ocio a non esagerare. Per quel che riguarda i distacchi di vena in realtà non penso si possa fare molto se non 1)evitare aumenti di sezione 2)raccordare bene le discontinuità sui condotti. Questa è la regola teorica, poi ci sono alcuni che se ne infischiano e i motori vanno uguale, quindi sono tutte cose da prendere con le pinze.

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 09:16 
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Quoto cima... avere il distacco della vena fluida, "calibrato" in modo da ottenere uno spessore maggiore dello strato limite senza distacco della vena fluida occorre una "ruvidità" calibrata ... passare dall'altra parte è un attimo ... ho visto piloti di aliante ,che prima di effettuare una prova in gara , lucidavano le ali togliendo i moscerini ... ma questo riguarda un altro uso della "vena fluida" :grin:

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 12:32 
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Ho l'impressione che si stia trascurando un aspetto molto peculiare del motore 2T : la miscela aria-benzina percorre sicuramente tratti di condotto di una certa forma e sezione e quindi è ragionevole ipotizzare comportamenti fluidodinamici ; ma una volta entrata nel carter, la miscela aria-benzina incontra l'albero motore in rotazione che , con la sua forma tutt'altro che "aerodinamica" , credo introduca perturbazioni del flusso tutt'altro che semplici da analizzare .

In più i flussi nei condotti sono per forza intermittenti , di velocità variabile ed in parte alterni per direzione . . . . :???:

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Mario

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 20:21 
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Infatti si usa dire che il motore a 4t è per ingegneri mentre il motore a 2T è per stregoni....

Riguardo la "ruvidità" dei condotti, devo ammettere che se in tanti dicono una cosa, compresi anche molti preparatori che conosco e che hanno anche palmares alle spalle notevoli, penso che un orecchio critico lo posso dare.
Certamente un banco prova per verificare eventuali piccole cose non lo ho (ammetto che mi piacerebbe e non poco) e quindi affido le mie esperienze al culometro e a quanto testano altri.
Per la ruvidità, effettivamente ho parlato di cose che rendono praticamente satinata la superficie... no fresate con monti e valli rilevabili geograficamente....
In merito al moto turbolento... sinceramente sapevo che rende più aderente lo strato limite e questo funge da cuscinetto (assieme a piccole turbolenze al flusso.

Mario, hai perfettamente ragione riguardo il coinvolgimento della rotazione dell'albero, della biella e quant'altro, motivo per cui avere a che fare con una aspirazione laterale non mi fa molto felice... ma questo è quanto ho al momento per le mani.

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 21:13 
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Ho provato a prendere un paio di misure sulla mia (non far caso ai fori ) e devo dire che tutto sommato non mi è sembrata malvagia, ho riscontrato un volume di 7,2 cc compreso il filetto candela (passo corto) che a palmi e con molte approssimazioni mi ha dato un RDC di 13,3/1 e uno squisch di 1 mm
La cosa che mi sembra strano è che ho una guarnizione di 0,25 mm extra rispetto a quando ho smontato il motore per revisionarlo e senza quella mi sembra che le misure diventino abbastanza estreme, con un RDC abbondantemente oltre i 14 e uno squisch di 0,75

Allegato:
WP_20180515_17_05_31_Pro [800x600].jpg


Anche la banda di squisch non mi sembra malvagia, essendo di 7 mm che a conti fatti è pari esattamente al 50% della testa.

Ho finito anche di ripulire e levigare un po meglio il pistone... adesso rimonto il tutto sperando che in famiglia non mi rompano ancora le scatole con mille impegni che mi scocciano e basta.

Allegato:
WP_20180515_16_38_03_Pro [800x600].jpg


Allegato:
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MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 22:58 
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Come hai pulito il pistone?

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 Oggetto del messaggio: Re: Restauro del mio vecchio plasticone
MessaggioInviato: mer mag 16, 2018 23:00 
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Lino, lo strato limite, per sua definizione, è, e sarà sempre aderente alla superficie qualsiasi sia il regime di moto del fluido. In altre parole, il termine "strato limite", è il nome che noi uomini diamo ad una regione di spazio interessata da un certo comportamento del fluido, ma non è che possiamo decidere se questa porzione di spazio ci possa essere oppure no, semplicemente esiste punto e basta.

L'effetto che accenni tu chiamandolo "cuscinetto", si può identificare nella situazione in cui lo strato limite ha uno spessore molto piccolo rispetto alle dimensioni del condotto, dunque la maggior parte della sezione processa fluido che si muove in modo piuttosto ordinato ed efficiente (quindi anche veloce) lasciando quasi tutti i guai allo strato limite che, essendo piccolo, influisce poco sulle dissipazioni energetiche. Tale comportamento del fluido si avvicina molto al moto laminare, cioè una condizione osservabile solo a bassissima velocità => non sarà mai il tuo caso perchè vuoi che la velocità nei condotti di travaso sia elevata per un veloce riempimento. Morale della favola, per il mio modesto punto di vista è auspicabile ottenere la minima impedenza fluidodinamica dei condotti per avere perdite di carico ridotte al minimo, ma è anche vero che la turbolenza in camera di combustione ha un ruolo determinante per il buon progredire della fiamma e questa viene giustamente impressa anche dai travasi, quindi "lisciare" non sempre è proficuo, dunque si tratta sempre di trovare l'ottimo tra i due contributi il ché è assolutamente un casino di proporzioni epiche. Ciò detto, se volessimo ampliare il discorso in questo senso, mi farebbe piacere se anche darix e Andrea portassero il loro contributo

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" al moto laminare, cioè una condizione osservabile solo a bassissima velocità => "
:shock:
Il passaggio da laminare a turbolento si può vedere ad occhio nudo aprendo un rubinetto dell'acqua ad una certa velocità il "cilindro" d'acqua è trasparente (laminare) poi diventa bianco latte ( turbolento ) ... solo una volta mi è capitato di vedere il flusso da laminare passare a turbolento e ritornare a laminare a mano, a mano che aprivo il rubinetto ... mah!?! sarà stata la forza di coriolis ? :risatina: :risatina: :risatina:

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Lorenzo, semplicemente con rotolino di carta vetrata un po consumata in modo che mangiasse poco

Cima, sui 4T hanno provato i turbolatori delle palline da golf.... non è che sia bellissimo da vedere

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E' vero va lucidata la testa del pistone e il cielo mentre i condotti dove passa la miscela vanno sabbiati (che voi sappiate, è mai stato calcolato il giusto grado di rugosità? boh) però onestamente credo che non ci sia differenza, in particolar modo in lavori "casalinghi".

Riguardo al pistone, perchè quando hai portato il cilindro a rettificare non hai preso anche pistone e fasce nuove? per un 50cc con 50/60 euro te la cavi.

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è socio fondatore del TCI :risatina:

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Si ma un lavoro così per me è un po' una scarpa e uno zoccolo.....perdi compressione, se poi hai un grippaggio il risparmio va a farsi benedire ed era meglio spendere qualche decina di euro in più per un lavoro definitivo.

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