Ragazzi questa mattina ho voluto fare una prova usando il salgemma (cloruro di sodio) come flussante vi racconto come è andata
ho messo a cuocere nel crogiolo quattro pezzi di alluminio rivavati da un carter di motore (quindi sono partito da materiale discreto e pulito) assieme ci ho messo anche un pezzetto di salgemma, si è sciolto tutto, quando il tutto ha raggiunto il color arancio chiaro (dovrebbero essere circa 900°) mentre stavo asportando dal bagno l'ossido venuto in superficie, il fondo del crogiolo si è completamente staccato, la parete laterale era stata completamente corrosa e il metallo era finito nel bagno (il crogiolo lo avevo ricavato dal fondo di una bombola per CO2, era in acciaio di 4 mm di spessore), ovviamente l'alluminio fuso fuoriuscito è finito sul terreno raccogliendosi in un avallamento; durante il raffreddamento si è comportato in modo strano anzichè ritirarsi è aumentato di volume
Una volta freddo ho fatto qualche prova sul materiale, alla vista la superfice esterna si presentava percorsa da un reticolo cristallino
Allegato:
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poi è stata sufficiente una martellata non troppo forte per spezzare un pezzo di circa 15 mm di spessore, fragilità estrema, l'interno si presentava così
Allegato:
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Allegato:
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una struttura macrocristallina, sono cristalli di notevoli dimensioni fino a 10 mm
ho dedotto che il salgemma abbia contribuito a corrodere il ferro del crogiolo che è finito nel bagno sotto forma di ioni combinandosi con il sodio del sale, l'alluminio e il magnasio della lega che avevo messo a fondere dando quel risultato
sarebbe interessante andare in laboratorio e analizzare la lega che ne è uscita, se mi fosse capitato quando lavoravo in università probabilmente avrei scatenato un certo vespaio tra i ricercatori che si occupavano di materiali
Certo il cloruro di sodio lo lascio usare agli altri, ora vado a procurarmi un altro crogiolo visto che questo si è discolto.